La fantascienza non smette mai a poi mai di stupirci. E ora,in Australia il radiotelescopio ASKAP ha catturato un getto relativistico grande circa 50 volte la galassia a cui appartiene. Studiandolo con molta attenzione, i ricercatori stanno capendo il rapporto tra le galassie, la materia tra esse e i loro buchi neri centrali.
Rilevato da un potentissimo telescopi in Australia un getto luminoso alquanto anomalo, circa 50 volte la grandezza totale della galassia intera a cui appartiene. Gli esperti al lavoro per capirne l’origine e la causa. I dettagli…
Getto extragalattico da Mille e Una Notte
Alla distanza di ben 93 milioni di anni luce da noi, al centro della galassia NGC 2663 ha luogo un buco nero ipermassiccio con uno dei più grandi getti relativistici mai osservati.
L’hanno da poco tempo rilevato i ricercatori della Western Sydney University utilizzando l’Australian Square Kilometre Array Pathfinder (ASKAP) del CSIRO, una sorta di rete di 36 antenne collegate a formare un grande radiotelescopio, precursore di SKA.
Esso è steso per oltre un milione di anni luce da un capo all’altro, ovvero circa 50 volte più della galassia a cui appartiene, mentre il getto si allontana dal buco nero con un’energia enorme e quasi alla velocità della luce. Sebbene- ad onor del vero- gli astronomi abbiano già trovato getti di questo genere in tempi passati, le dimensioni davvero immense e la relativa vicinanza di NGC2663 lo rendono attualmente tra i più importanti per studiare questo tipo di fenomeno.
Osservando NGC 2663 e raccogliendone la radiazione con un normale telescopio, si nota la forma ovale di una tipica galassia ellittica, con- però- un numero di stelle circa dieci volte superiore a quello della nostra Via Lattea. La precisione e la potenza di ASKAP hanno permesso invece di vedere “da vicino” (astronomicamente parlando) il suo getto extragalattico.
Cosa ha rivelato la ricerca
La ricerca, condotta dal dottorando Velibor Velović della Western Sydney University, prova anche che la materia presente tra le galassie, ovvero il mezzo intergalattico, respinge i lati del getto. Questo processo è analogo- tanto per capirci- a quello osservato nei motori a reazione! In pratica, quando il pennacchio di scarico attraversa l’atmosfera, viene spinto lateralmente dalla pressione ambientale.
Questo fa sì che il getto si espanda e si contragga, pulsando durante il viaggio e formando pure delle onde stazionarie in serie dette dischi o diamanti di Mach (shock diamonds in inglese).
I dischi – invece- sono generati a loro volta dall’efflusso di gas e sono pure ben visibili a causa delle brusche variazioni della densità e della pressione causate dalle onde d’urto.
Uno spettacolo che toglie il fiato
L’immagine sottostante mostra il confronto tra il getto in NGC 2663 (in alto) e un motore a reazione (in basso). Si notano pertanto dei punti luminosi regolari nell’immagine del getto, corrispondenti ai diamanti di Mach di un sistema a propulsione aerospaziale. E man mano che il flusso si comprime, la sua luminosità aumenta sempre più.
I diamanti di Mach- per la verità- sono stati osservati in passato anche in getti non extragalattici e meno lunghi, al più grandi come galassie. Alcuni di essi impattano contro dense nubi di gas, illuminandole mentre le attraversavano.
Ma c’è anche da dire che la costrizione laterale dei getti, descritta nel confronto con il motore a reazione nel paragrafo precedente, è un effetto ben più difficile da osservare, soprattutto su scale così grandi, per non dire gigantesche!
L’esempio del getto in NGC 2663 ci dice- in pratica- che c’è abbastanza materia nello spazio che circonda la galassia da spingere contro i lati del getto.
A sua volta, il getto riscalda e pressurizza la materia. Si tratta di una sorta di ciclo di feedback. In che senso? La materia intergalattica alimenta una galassia, la galassia crea un buco nero, il buco nero lancia il getto e- infine- il getto rallenta l’apporto di materia intergalattica alle galassie.
Getti relativistici come quello di NGC 2663 influenzano il modo in cui il gas si forma nelle galassie durante l’evoluzione dell’Universo. Che emozione!
Nuove scoperte in arrivo? Gli scienziati sono fiduciosi
ASKAP sta conducendo l’indagine EMU (Evolutionary Map of the Universe), nel radio, che osserverà l’intero cielo meridionale e si estende estenderà a Nord fino a +30 gradi di declinazione. Gli scienziati sono davvero molto ma molto fiduciosi nel pensare che al notevole getto radio di NGC 2663 si aggiungeranno presto molte altre scoperte, certamente accattivanti ed esaltanti, o comunque degne di nota. In questo modo riusciremo a capire- certamente- assai meglio come i buchi neri plasmino le galassie che si formano intorno a loro.