Pianeti, arriva l’enorme scoperta: trovati due pianeti così: non siamo gli unici

esopianeta 1

Gli astronomi e gli scienziati in generale sono sempre alla ricerca di nuovi pianeti all’infuori del sistema solare, soprattutto con l’obiettivo di trovare nuove possibili forme di vita. 

Una delle ultime scoperte a tal proposito dista ben 100 anni luce dal pianeta terra. Si tratterebbe nella fattispecie di ben due pianeti di tipo roccioso, che si trovano a orbitare attorno alla stella LP 890-9, conosciuta anche come SPECULOOS-2.

 

Lo studio in questione dei due pianeti sarebbe stato condotto da scienziati rispettivamente dell’Università di Liegi e Università di Birmingham, che ne hanno riportato i dettagli sulla celebre rivista di settore Astronomy & Astrophysics.

Solo il corpo più interno, soprannominato LP 890-9b, è già più grande del pianeta Terra stesso. Il tempo che impiega per compiere un’orbita completa attorno alla sua stella è pari a circa 2.7 giorni. Il pianeta era già nel mirino degli scienziati dai tempi della missione Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS), che aveva come obiettivo la ricerca degli esopianeti che orbitavano nelle vicinanze.

Dopo essere stato rintracciato dal telescopio spaziale TESS della NASA, l’esopianeta è stato poi confermato da Speculoos. TESS in particolare farebbe uso della luminosità delle stelle per monitorare e ricercare gli esopianeti all’interno del cosmo. I telescopi che sono stati utilizzati per il progetto di ricerca si trovano attualmente presso l’Osservatorio Paranal dell’European Southern Observatory (Eso) in Cile, oltre che sull’isola di Tenerife (Canarie).

Forse c’è vita

Il secondo pianeta sempre scoperto grazie a Speculoos è invece chiamato LP 890-9c, con dimensioni piuttosto similari (essendo più grande di circa il 40% rispetto al pianeta Terra) ma con un tempo d’orbita intorno alla sua stella ben diverso, pari in questo caso a circa 8.5 giorni. Queste caratteristiche gli permetterebbero tra le altre cose di essere una zona abitabile, con condizioni atmosferiche e geologiche che richiamano molto quelle del pianeta Terra, con l’acqua che riesce in questo caso a rimanere allo stato liquido per milioni e milioni di anni.

A raccogliere e confermare questi dati è stato Michael Gillon, ricercatore presso l’Università di Liegi nonchè il principale autore del progetto. Il periodo orbitale di quest’entità, pari a 8.5 giorni, permette a questo esopianeta di soddisfare le condizioni di abitabilità. Uno dei prossimi obiettivi che si sono posti gli scienziati a tal proposito è lo studio dell’atmosfera di questo pianeta.

esopianeta 2

Non ci resta a questo punto che attendere ulteriori aggiornamenti in merito a questi due nuovi esopianeti e altri ancora futuri, che siamo certi non tarderanno a venire nel corso dei prossimi mesi o anni.