Intel, il crollo è devastante: ecatombe distruttiva per l’azienda

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Horrible, terrible, incredible. Sono i tre aggettivi qualificativi usati maggiormente dalla stampa statunitense, in rima baciata, per descrivere quanto sta accadendo a Intel, uno dei colossi della tecnologia, sempre più simile a un gigante d’argilla.

Hanno fatto clamore, non sorpresa, le notizie arrivate dalla borsa, che rivelavano un crollo senza precedenti della multinazionale californiana, fondata nel lontano 1968 a Santa Clara. Intel non è solo PC, come sono abituati a conoscerli gli utenti che hanno un portatile in mano. Intel è tanto altro: produce dispositivi a semiconduttore, microprocessori, componenti di rete, chipset per motherboard, chip per schede video e molti altri circuiti integrati. Questo per far capire di quale crisi stiamo parlando.

Una crisi non certo scoppiata oggi con il crollo-record in borsa, ma che si sta trascinando da un po’ di anni, e che ha visto sgretolarsi con il passare del tempo quel gigante, a quanto pare d’argilla. Già nel 2020, in pieno scoppio della pandemia, Apple aveva preso la decisione di d’interrompere la collaborazione con Intel, lanciando Apple Silicon.

Nel 2021 la promessa ventilata ma non mantenuta di aprire un nuovo stabilimento industriale in Europa, si vociferava a Dresda o a Monaco comunque in Germania: se si farà, sarà soltanto 2024. Quest’anno, poi, la fine della produzione di due storici processori della Intel, ossia il Pentium e il più recente Celeron, per lasciare spazio a Intel Processor. Chissà se basterà.

Di solido c’è ben poco

Il crollo di Intel in borsa è figlio del peggior trimestre della sia storia. “Abbiamo ottenuto solidi risultati nel primo trimestre, che rappresentano un progresso costante nella nostra trasformazione“. Così Pat Gelsinger, CEO di Intel, in un comunicato stampa. Ma nessuno a quanto pare ha creduto alle sue parole.

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La verità è che i risultati sono stati tutt’altro che solidi, con cali a due cifre dei ricavi complessivi e un crollo senza precedenti a tre cifre degli utili per azione. Di solido c’è ben poco: Intel ha registrato una perdita di 2,8 miliardi di dollari, un calo rispetto a un utile di 8,1 miliardi di dollari nello stesso trimestre dello scorso anno. La perdita netta è stata sui ricavi trimestrali di 11,7 miliardi di dollari, un crollo vertiginoso del 36%, rispetto al primo trimestre del 2022.

L’azienda statunitense di Santa Clara è convinta che i guadagni trimestrali sono stati un successo poiché le entrate sono state di 700 milioni di dollari. La realtà, però, è che quella trasformazione spiegata da Intel si sta traducendo in tagli di intere linee di prodotti e nel personale.