Buoni pasto elettronici: come sono fatti, chi li accetta e come usarli per avere il massimo della convenienza | Avrai un gran risparmio a fine mese

Buoni pasto – depositphotos – Passionetecnologica.it

I buoni pasto elettronici possono essere utili, ma spesso non sono di immediata comprensione. Vediamo insieme come funzionano.

Qual è la storia dei buoni pasto? Ebbene essi vennero distribuiti, per la prima volta, in Gran Bretagna: erano i durissimi anni della ricostruzione del 1950 e 1960. Le aziende iniziarono a distribuirli, in aggiunta al salario, ai dipendenti ed ebbero fin da subito un grande successo.

Tecnicamente il buono pasto viene definito ‘fringe benefit aziendale‘ ed è offerto quale alternativa in assenza della classica mensa aziendale. Un’alternativa apprezzata, giacché possono essere usati anche per fare la spesa, mangiare al ristorante e insomma hanno una varietà di utilizzi notevole.

Il buono pasto inoltre si divide tra quello cartaceo e digitale; quest’ultimo ormai sta diventando prominente, è raro che il buono sia disponibile ‘fisicamente’, con l’eccezione della app e della card apposita.

I buoni pasto risultano particolarmente vantaggiosi, anche perchè sono parzialmente esenti dalle tasse; otto euro al giorno per gli elettronici, quattro euro al giorno per i cartacei. Complessivamente si può giungere a una detassazione pari a 1760 euro per gli elettronici e 880 euro per i cartacei. Naturalmente i buoni pasto non sonot rasferibili; pu utilizzarli solo il legittimo titolare, non si può in particolare rivenderli.

Come funzionano i buoni pasto elettronici, alcune semplici indicazioni

I buoni pasto elettronici si presentano di solito come una card, simile alla Postepay o alla carta di credito classica; questa contiene un certo numero di buoni utilizzabili, ricaricati automaticamente ogni mese, in congiunzione con lo stipendio. Viene letta dai POS, per cui serve che il venditore li possegga; niente ortofrutta o venditori ambulanti, pertanto.

Buoni pasto – depositphotos – Passionetecnologica.it

Oltre che si curo – non si rischiano di perdere buoni per strada – la card è anche compatibile con l’ambiente; ne basta una, capace di durare anni o quantomeno fino alal fine del contratto di lavoro. Ma non basta, perché vi sono anche i buoni pasto Pluxee. Si tratta di buoni ‘virtuali’, utilizzabili solo tramite app scaricabile con lo smartphone.

Di solito però vengono presentati congiunti; app e card è l’accoppiata preferita. Il buono pasto cartaceo è costituito invece da un libretto, dal quale il venditore stacca uno o più buoni pasto. Uno strumento rudimentale, ormai davvero molto raro. Il fatto che sia divenuto poco frequente lo rende anche poco accettato da parte delle rivendite e dei supermarket che si chiedono che cosa sia questo arcano strumento.