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Guardiamo insieme come funziona e con quali modalità la nuova Social Card.
Bonus, card e agevolazioni. Da tempo, trasversalmente ai governi, si preferisce proporre ogni sorta di bonus; misure calate un po’ a caso, senza un reale discernimento. Si vuole dimostrare di voler fare qualcosa per quella suddetta categoria; sostanzialmente una soluzione per accattivarsi i voti alla successiva elezione. Risulta maggiormente facile proporre l’ennesima card giovani che alzare le paghe o favorire un’occupazione che non sia limitata all’apprendistato gratuito o alle stage a 400 euro mensili.
Rientra in questo contesto la social card rivolta ai più bisognosi, erogata dal governo. Prevede un tetto di 460 euro di spesa, riservata a coloro che hanno un Isee fino a 15mila euro. In Italia corrispondono a circa 1,4 milioni di persone, un numero piuttosto ampio. Rispetto al 2023 le persone in grado di usufruirne e dunque in condizioni di povertà sono cresciute tra le 50mila e le 100mila in più.
Ma che cosa ci si può fare, con questa card? Considerando l’inflazione rampante, quattrocento euro non servono a molto. In ogni caso guardando gli alimenti è sostanzialmente ammesso più o meno tutto, tranne gli alcolici. Anche caffè e tè, dunque sostanze ‘eccitanti’, sono permessi. Non compaiono però nella lista le bevande gassate, pesantemente zuccherate: Coca Cola, Pepsi, Red Bull e così via.
Guardando ancora nel dettaglio a cosa è permesso comperare e cosa no, nell’ambito degli alimenti scopriamo altre curiose eccezioni: la Social Card non funziona con l’aceto balsamico e con le marmellate, ben più comuni da comperare. Vietato anche l’acquisto dei farmaci. E’ evidente, nel contesto generale, come si sia scelto di evitare l’accesso a ogni genere di prodotto che possa indurre dipendenza o favorire l’utilizzo di droghe.
Dove utilizzare la nuova Social Card, ecco i luoghi
La Social Card dovrebbe essere abilitata nella maggior parte dei supermercati e dei negozi alimentari. In generale occorre che il supermercato aderisca al circuito Mastercard e che abbia a tutti gli effetti stipulato una convenzione con il Ministero, superando quelli che sono i requisiti richiesti. In generale però presso i principali punti di vendita – ad esempio le Coop – non vi dovrebbero essere problemi. In ogni caso sul sito del Ministero è possibile sfogliare l’elenco dei negozi abilitati.
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La Social Card, per coloro che ne possono beneficiare, può essere ritirata presso gli Uffici Postali. Non devono per forza essere quelli corrispondenti alla residenza; qualsiasi Punto Poste va bene, purché sia abilitato. E’ possibile utilizzare il sito di Poste Italiane e vedere l’elenco degli Uffici Postali più vicini o utilizzare addirittura l’apposita funzione con l’app di Poste Italia, seguendo la voce ‘cerca ufficio postale e prenota‘.
Quali sono i documenti necessari? In generale basta presentare la comunicazione fornita dal Comune di residenza, contenente il codice fiscale della persona beneficiaria della Social card e il codice singolo della carta fornita. Non molto, insomma; la parte più ingente consiste nel richiedere la carta presso il Comune e presentare le carte coi requisiti necessari, pecie l’Isee.