La Corte di Cassazione ha avviato un giro di vite contro l’occupazione abusiva. Scopriamo insieme le caratteristiche di questa (inedita) nuova azione del governo.
Il governo Meloni intende muoversi con assoluta durezza sulla ‘vecchia’ questione dell’occupazione abusiva degli immobili. Niente più case gratuite, una difesa a spada tratta della proprietà privata, al di là delle forti diseguaglianze sociali che portano a simili casi. Non sorprende; ora occorre vedere cosa cambia – concretamente – per chi si ritrova in simili casi.
Innanzitutto il riferimento è al Pacchetto Sicurezza che, come preavverte il nome, mira a difendere il proprietario. A questo primo, importante, tassello si è aggiunta la sentenza della Cassazione, secondo cui il risarcimento dei danni subiti dal proprietario deve essere effettuata anche in assenza di prove. La vicenda era partita a seguito dei danni derivanti da un’occupazione abusiva.
La Corte d’Appello, nel caso in questione, aveva riconosciuto che si trattava di danno ‘presunto’, quale inevitabile conseguenza del comportamento abusivo. Un riconoscimento fondamentale che farà la storia di questo genere di vicende giuridiche.
In precedenza la presunzione non sussisteva quando il proprietario dimostrava di non voler né affittare, né utilizzare in alcun modo, né vendere l’immobile; cioè ne era uno sterile proprietario, un bene che non produceva profitto per l’economia. In questi casi l’occupazione assumeva contorni più concilianti verso l’abusivo.
Fine all’occupazione abusiva, il governo usa la mano di ferro
Non è più così; anche in evidenti casi di parassitismo nell’uso delle proprietà immobiliari, lasciate decadere o non utilizzate per alcun fine, l’occupazione rimane altamente illegale. La Corte di Cassazione infatti, con la sentenza n. 30984 del 7 novembre 2023 (e pertanto molto recente), ha comunicato che il proprietario ha il pieno diritto di avere il risarcimento dei danni, anche laddove gli stessi non fossero presenti e/o rinvenibili.
Insomma, onde chiarire: l’atto stesso di occupare un immobile lo danneggia, al di là di quelli che possono essere i reali danni dell’inquilino abusivo. Il disinteresse del proprietario, in questi contesti, è pertanto in termini giuridici ‘irrilevante’. Non sono, dopotutto, preoccupazioni della legge come lo voglia utilizzare.
Occorre infatti ricordare che il diritto di proprietà prevede sempre, quale sua componente essenziale, il diritto di godimento diretto o indiretto sul bene; poi se del suddetto bene si preferisce non farne nulla, nonostante la cronica carenza di alloggi negli ATER e tra i poveri e i derelitti… Di quello alla legge non interessa.