In vendita Monte dei Paschi di Siena, ecco l’effetto sui prestiti e sui mutui. Vediamo cosa sta per succedere al tuo denaro.
Nel mondo bancario la notizia che fa discutere un po’ tutti gli addetti ai lavori, ma anche i risparmiatori è la vendita di un sostanziale pacchetto azionario del Monte dei Paschi di Siena. La banca è in auge dal 1472 e nel corso dei secoli in cui essa ha accompagnato gli italiani, non sono mancati periodo piuttosto bui.
L’ultima delle crisi che MPS ha dovuto affrontare, è stata superata grazie allo stato italiano che in prima persona ha deciso di investire e comprarne parte delle azioni. Questo ha rimpinguato le casse della banca, che ha potuto riprendersi dalla crisi. Ma dopo anni in cui lo Stato deteneva parte della proprietà della banca, era arrivato il momento della nuova privatizzazione.
Privatizzare vuol dire, togliere allo Stato il potere sull’ente, ma toglierlo anche da una posizione scomoda. Senza considerare che anche questa volta sarà ragguardevole il beneficio delle casse della banca. Insomma, è ora che si proceda alla privatizzazione, era stato annunciato, anche se avevano detto che sarebbe avvenuto tutto con calma, invece eccoci a parlare di vendita.
Il 25% del capitale di Monte dei Paschi è in vendita e questo sta influendo notevolmente sia molti aspetti economici.
Netto down in borsa
Brutta sorpresa per il Monte dei Paschi di Siena, ma in fondo c’era quasi da aspettarselo, non poteva di certo essere diversamente. Le azioni bancarie sono state messe in vendita e il titolo è letteralmente crollato in borsa. Gli esperti del settore, sanno bene che la borsa è estremamente sensibile a questi scenari.
5,3% è il calo che hanno subito le azioni di MPS, un vero e proprio tracollo. Probabilmente però, questo spingerà alcuni speculatori ad avanzare per l’acquisto. Si è certi in ogni caso, che nei prossimi giorni ci saranno a riguardo, delle novità succulenti.
Cosa succederà ai risparmiatori?
In tempi non sospetti, i vertici di Monte dei Paschi di Siena ha affermato che questa manovra non avrà alcuna influenza nè sul nome del complesso bancario, nè tanto meno sulla sua presenza sul territorio. Quindi in tale prospettiva i dipendenti non avrebbero nulla da temere. Ma per quello che riguarda i correntisti?
Attualmente coloro che sono coinvolti in questa vendita affermano che non ci saranno ripercussioni nè su mutui nè sulle gestioni dei conti correnti. Insomma, per i correntisti resterà tutto invariato, quasi come se nulla fosse successo.