Sulla Terra è atterrato un alieno. Ma non si tratta di un umanoide grigio, né di un essere vivente, ma di una particella spaziale, proveniente dallo spazio profondo. Un ritrovamento pertanto di materiale ‘inerte’, ma rarissimo nel campo.
Gli astronomi non riescono a comprendere, negli ultimi tempi, come delle particelle di una particolare tipologia possano essere giunte sulla Terra. Soprannominate ‘Amaterasu‘ in memoria della dea del sole della mitologia giapponese, sono state scoperte da un osservatorio spaziale nel deserto dell’Utah, ma senza che si comprenda bene la loro origine.
Le particelle sono state infatti causate da un raggio che, sebbene invisibile all’occhio nudo, aveva la stessa forza di un mattone lanciato sul piede dall’altezza della vita; insomma l’impatto di questo raggio cosmico è stato notevole.
Si consideri che il classico fulmine porta con sé 300 milioni di volt; nel caso invece del raggio questi ha portato con sé l’energia di 240 quintilioni di volt. D’altronde raggi cosmici carichi di particelle attraversano lo spazio senza sosta e ‘piovono’ sulla Terra costantemente, senza che noi ce ne accorgiamo minimamente.
Quale origine per la particella ‘Amaterasu’? Il mistero senza soluzione
Gli esseri umani vengono protetti grazie all’atmosfera dai possibili effetti negativi delle particelle, mentre gli astronauti, se non adeguatamente schermati, possono soffrire effetti negativi sul lungo periodo, addirittura con danni alla struttura del DNA secondo la NASA. Alcuni dei raggi sono, per altro, capaci di causare problemi ai computer, solitamente a livello di funzionamento delle schede grafiche.
Una ricerca sul raggio in questione, compiuta dallo scienziato John Matthews, ha evidenziato che si è trattato di un raggio ad alto volume energetico, diverso da quelli che, a basso volume, transitano attraverso la Terra ogni secondo, nella nostra più completa indifferenza. Un raggio speciale, analizzato solo per puro caso. Eppure di una tipologia davvero particolare.
Nel caso infatti di Amaterasu il raggio deve provenire da una fonte speciale; altre galassie al di fuori della Via Lattea o da “un vuoto nell’universo” come lo hanno definito gli scienziati. Il luogo infatti dovrebbe avere dei campi magnetici estremamente potenti, onde produrre raggi di questo genere. Attualmente la fonte sembra provenire da un luogo dello spazio vuoto di pianeti o stelle, conosciuto come il ‘Vuoto’. Ma come può un simile raggio provenire da un luogo così vuoto? Il mistero pertanto continua.