E se la realtà dove viviamo fosse tutta finta? E se fossimo solo programmi di una simulazione, paragonabili ai programmi di un computer? Scopriamo insieme quest’inquietante ipotesi.
Chi non conosce Matrix? Nel noto capolavoro di Matrix, il protagonista Neo, interpretato da Keanu Reeves, scopre che stiamo vivendo in una realtà simulata dove gli esseri umani sono niente più che batterie utilizzate per alimentare le macchine, Duracell ridotte alla propria funzione più elementare, più primitiva. Una realtà raggelante, lontana per molti dal mondo di ogni giorno. Eppure le persone convinte di vivere in una realtà simulata non mancano, anzi sono molto numerose. Dato curioso; una delle alte percentuali è in Islanda.
Una nuova evidenza a favore di vivere in un mondo simulato è giunta, negli ultimi tempi, da un ricercatore di fisica dell’Università americana di Portsmouth, di nome Melsin Vopson. Dichiarazioni ai limiti della ridicolaggine, ma non di meno considerate con grande serietà dall’ambiente accademico.
Secondo Vopson le informazioni, nel nostro ondo, ricordano distintamente il funzionamento del codice di un computer; un indizio che forse le intelligenze artificiali che ci governano sperano che l’essere umano non noti. Vopson ha anche avvertito di una prossima ‘catastrofe dell’informazione‘, nel momento in cui verranno esaurite le risorse per gestire così ampi volumi di traffico di dati i cosiddetti ‘big data’ gestiti dai computer quantistici.
Il prof. Vopson ha infatti commentato come, a suo giudizio, non viviamo in un universo ‘reale’, in una realtà oggettiva, ma in una simulazione virtuale ultra realistica.
Chi è Vopson, il professore convinto che viviamo in una realtà simulata
L’accademico è di origini romene ed è un noto professionista nell’ambito, autore di una nuova legge della fisica incentrata proprio sul funzionamento delle informazioni e sulla loro trasmissione. Secondo Vopson simulare un mondo come il nostro richiederebbe una continua regolazione interna, in termini tecnici un’ottimizzazione. E proprio individuare quest’ottimizzazione di fondo appare come un’esigenza per comprende se viviamo o meno in una realtà simulata.
In particolare Vopson è convinto che uno degli indizi sia la profonda, intrinseca, simmetria esistente nell’universo naturale. I fiori, le farfalle, le stelle di mare; tutti indizi di un mondo simulato. Tutte le forme biologiche ha osservato al MailOnline Vopson, presentano una qualche forma di simmetria; dai solidi, ai cristalli, agli animali stessi.
E proprio questa simmetria, secondo Vopson, comprova che viviamo una realtà finta, simulata; si tratta di meccanismi interni di autoregolazione, paragonabili ai codici di un programma che gira sull’hard disk di un computer. Insomma, l’ennesima sponda offerta ai complottisti e a chi si propone contro il ‘sistema’.