Come ‘morirà’ la Terra? Un nuovo – terrificante – studio svela il futuro del pianeta ‘blu’.
Quale sarà la fine della vita sulla Terra? Sembra che non avverrà con un conflitto nucleare, né col cambiamento climatico, ma attraverso una minaccia tanto inconsueta quanto lontana: ovvero la formazione di un supercontinente, destinato ad annientare la vita. La data è però alquanto lontana, cioè 250 milioni di anni.
Lo studio scientifico, condotto da Nature Geoscience, afferma che vi sarà un’estinzione di massa quale conseguenza della formazione di un supercontinente, denominato ‘Pangea Ultima’. La Terra ritornerà, se vogliamo, alle sue origini, è infatti ai primordi della sua storia che si colloca il mito ‘unico continente’. La vita però ebbe inizio altrove, nelle profondità acquatiche.
L’estinzione, nello specifico, avverrà tramite un’intensa attività vulcanica, a propria volta conseguenza del riavvicinamento dei diversi continenti. I vulcani immetteranno nell’aria fumi mefitici, capaci di raddoppiare la quantità di anidride carbonica nell’aria. Inoltre i raggi di un sole morente, 250 milioni di anni più vecchio causerà un’apia desertificazione e morte tanto della flora, quanto della fauna.
Lo studio è stato condotto tramite un super computer disponibile in Inghilterra, presso l’Università di Bristol. La simulazione è stata inoltre basata sul modello climatico elaborato dal Met Office inglese. Ne sono conseguiti risultati molto interessanti sulla deriva dei continenti nei millenni precedenti, a propria volta causa di innumerevoli estinzioni.
Tutte le estinzioni causate dai continenti, quando la Terra è un genocida
Un esempio di questo genere di estinzioni viene fornito dall’era Permiano-Triassica, quando un brusco innalzamento delle temperature – 260 milioni di anni fa – causò la morte della maggior parte delle specie viventi. La temperatura infatti aumentò, in tutto il mondo, di 15 gradi sull’acqua e 30 sulla terraferma. Senza un’adeguata tecnologia si tratta di temperature impossibili da sopportare per la maggior parte degli esseri viventi.
Lo scienziato Alexander Farnsworth, principale autore dello studio, ha anche ricordato che a seguito di questo periodo di transizione morirebbe tutta la vegetazione e di conseguenza la stessa fauna, a causa dell’elevatissimo calore. Anche immaginando una futura evoluzione dell’essere umano appare difficile comprendere come controbattere la forza di interi continenti in moto.
Lo studio potrebbe aiutare la scelta, in un lontano futuro, di uno o più pianeti abitabili; infatti se è presente un supercontinente è probabile che il pianeta verrà ‘separato’, che vi saranno eventi catastrofici causa di estinzioni. Meglio pertanto evitarlo e scegliere un pianeta dove la Pangea è già avvenuta, millenni prima. Come il nostro d’altronde.