Un pianeta, in un lontano sistema solare, affascina e sconcerta gli astrofisici. A rigore di legge (scientifica) non dovrebbe proprio esistere. Vediamo insieme per quale motivo.
Gli astronomi hanno scoperto quanto sembra un pianeta che non dovrebbe esistere, tecnicamente impossibile da comprendere nella sua interezza. Si tratta di un globo che ruota attorno ad una gigantesca stella lontana 530 anni luce. Scopriamo insieme perchè presenta così tante incertezze, affascinando (e facendo accapigliare) ricercatori d’ogni parte del mondo.
Il pianeta in questione è gassoso – dal nome di ‘8 Ursae Minoris b‘ o ‘Halla‘ – e orbita intorno a Baekdu, una gigante rossa agitata dagli ultimi spasmi caratteristi di una stella morente. Secondo gli astronomi la stella ha già attraversato una fase di espansione e contrazione, teoricamente capace di avviluppare e superare la stessa ‘Halla’ nella sua fase di maggiore ampiezza. Eppure – ed è questo il dilemma – il pianeta è ancora lì, ‘vivo e vegeto’ viene da scrivere.
In teoria il pianeta avrebbe dovuto essere stato spazzato via, consumato dalle fiamme della stella. Ad esempio quando, tra sei miliardi di anni, il Sole si espanderà oltre i suoi normali limiti, poianeti quali Mercurio, Venere e la Terra verranno spazzati via. Però ciò non sembra essere successo ad ‘Halla’ che persiste nella sua esistenza.
Come avrebbe potuto il pianeta sopravvivere? I ricercatori hanno formulato due differenti ipotesi. Nel primo caso il pianeta in realtà è quanto rimane della fusione tra due diverse stelle in orbita l’una ‘agganciata’ all’altra. Quando la prima si sarebbe trasformata in una stella rossa, avrebbe ‘espulso’ la seconda.
Il pianeta misterioso, tutte le ipotesi possibili
La seconda ipotesi prevede anch’essa una fusione tra due stelle, ma stavolta con l’espulsione di vaste quantità di polvere e gas, destinate a formare il nucleo dell’attuale pianeta gassoso. In entrambi i casi ipotesi che prevedono, nella storia del sistema solare, l’esistenza di due stelle ‘gemelle’ con la distruzione di una delle due.
Il pianeta ‘strano’ è stato identificato, a suo tempo, tramite il Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA, specificatamente dall’astrofisico Dr. Marc Hon dell’Università di Hawaii.
Ricordiamo, a proposito delle giganti rosse, che la fase di espansione avviene quando la stella esaurisce il suo ‘carburante’, l’idrogeno; allora il nucleo della stella collassa su sé stessa e il sole conosce una fase di espansione diverse centinaia di volte superiore alla propria massa.