Quale opzione scegliere, tra Banche e Poste Italiane? La scelta appare meno facile di quanto sembra.
Banche o Poste Italiane? Carta di credito o Postepay? E quale banca? Online o fisica? Quando si tratta di dove deporre i propri risparmi la varietà dell’offerta rispecchia l’indecisione di molti cittadini, posti di fronte a una molteplicità di scelte dinanzi cui appare difficile operare una scelta se non vincente, quantomeno adatta alle proprie necessità. Proviamo allora a vedere alcuni elementi distintivi, alcuni possibili aiuti nella questione.
Innanzitutto la scelta che si pone dinanzi solitamente è tra conto corrente bancario o postale, entrambi coi propri pro e contro. Un tempo Poste e Banche erano nettamente distinte; oggigiorno i confini appaiono decisamente sfumati.
Il conto bancario sicuramente rimane lo strumento con più offerte, più strumenti, più possibilità per cittadini e liberi professionisti. E’ davvero possibile scegliere la migliore soluzione per le proprie necessità, ‘adattandola’ a seconda dei propri bisogni. Vi sono infatti conti correnti per piccole e medie imprese, per partite iva e per tanti altri. E naturalmente tante offerte per le famiglie.
Il conto corrente postale prende invece il nome di ‘Bancoposta‘ e si presenta come uno strumento maggiormente sofisticato rispetto alle ‘vecchie’ Poste che conoscevano i nostri nonni. Tranne che nel nome, infatti, è a tutti gli effetti un conto corrente, connesso alla divisione Patrimonio BancoPosta. Vi sono i bancomat, utilizzabili presso le Poste, i classici bonifici e, nell’ultimo periodo, la possibilità di accedere a prestiti e prodotti assicurativi di ogni genere. Vi sono diverse opzioni, adatte a ogni età: Il BancoPosta Smart Giovani, Medium Smart e Plus, tutti utilizzabili tramite app.
Le differenze cruciali tra Banche e Poste
Quali sono allora le fondamentali differenze tra conto corrente bancario e postale? Innanzitutto le Poste Italiane, non essendo una banca, non aderiscono al Fondo Interbancario di tutela dei depositi (FITD), cioè un fondo di garanzia per i depositi bancari che protegge i clienti nel caso di fallimento dell’ente di appartenenza. Uno strumento fondamentale in caso di fallimento della banca, qual è stato il caso della crisi del 1929, del 2008 e di tante, tantissime altre.
D’altronde, sarebbe possibile argomentare, le Poste sono un’azienda (quasi) statale, appartenendo al 65% al Ministero dell’Economia. Insomma, se falliscono le Poste, vuol dire che ha fallito lo Stato; e allora sono guai per tutti, banche comprese. Gli stessi risparmi possono essere re-investiti solo in titoli governativi, dei quali proprio lo Stato è garante in prima persona. In linea generale, confrontando i prezzi, BancoPosta è più economico per i costi di gestione; però tutte le operazioni spesso gratuite nella banca divengono ‘a pagamento’ nel caso delle Poste. In pratica è corretto sottolineare che le Poste sono adatte a chi vuole ‘solo’ depositare il proprio denaro.
La Postamat inoltre è fortemente svantaggiosa quando applicata agli ATM del circuito bancario, con commissioni davvero elevate. Questo rende poco pratico usare la Postamat se si viaggia o si lavora all’estero, con perdite inaccettabili a livello di tassazione postale. In Italia invece uffici e ATM postali sono abbastanza diffusi, a volte anche più degli ATM bancari.