Una nuova minaccia rischia di cancellare ogni traccia di vita sulla Terra. Un’ apocalisse che proviene direttamente dallo spazio.
Dal primo dopoguerra in poi, è tutto una successione di catastrofi: la grande guerra, innanzitutto; poi l’epidemia spagnola; i regimi totalitari; la seconda guerra mondiale. E dagli anni Cinquanta in poi lo spauracchio della Guerra Fredda, del conflitto atomico distruttore di ogni civiltà. Dagli anni Novanta in poi il terrore di un’apocalisse ormai prossima è divenuta diffusa in maniera ubiqua; paura di grandi pandemie; paura di un collasso climatico; paura di attentati terroristici.
Tuttavia nulla terrorizza quanto la prospettiva, invero agghiacciante, della Terra distrutta da un meteorite. Non vi sono in questo caso correttivi, soluzioni da attuare all’ ultimo secondo; è la fine della vita come la conosciamo. Non si tratta di salti di fantasia, perché è ben noto come sia già avvenuto nel passato; è il caso infatti dei dinosauri, un tempo padroni della Terra. È bastato un meteorite, purché scomparissero dalla faccia della Terra.
Un nuovo studio, condotto dall’astrofisico dell’ UCR Roverside Stephen Kane, ha studiato l’intrinseca fragilità del sistema solare e rilevando quanto sia vulnerabile a corpi estranei. Infatti cosa sarebbe successo se fosse esistito un pianeta ulteriore, a confronto con quelli già presenti nel sistema solare? I risultati, secondo la ricerca, avrebbero prodotto effetti disastrosi sulla Terra, virtualmente cancellando ogni possibilità di vita.
In particolare, se fosse esistito un pianeta tra Marte e Giove, un ulteriore corpo celeste, questi avrebbe a tal punto alterato il sistema solare o da cambiare l’atmosfera terrestre, trasformandola in un luogo inadatto alla vita o spedendo direttamente il nostro globo terracqueo fuori dal sistema solare.
Il mistero del pianeta che non c’è
Guardando infatti il nostro sistema solare diviene immediatamente evidente come non vi sia un pianeta tra Marte e Giove, sembra esserci una misteriosa assenza, una mancanza difficilmente contestualizzabile. In altri pianeti solari, in uno spazio del genere, c’è sempre un pianeta ulteriore.
La ricerca ha provato a sperimentare con pianeti di massa diverse inserite negli spazi mancanti. Cosa succederebbe se avessimo un piccolo pianeta tra le due sfere celesti? E uno grande? I risultati sono stati terrificanti, esplicitando quanto delicato sia il sistema nel quale viviamo.
Stephen Kane ha esplicitamente paragonato il sistema solare ad un delicato meccanismo ad orologeria, un complesso e delicatissimo meccanismo che funziona per l’equilibrio delle sue diverse componenti. L’ elemento che gioca un ruolo determinante, la rotella più grande dell’ingranaggio, se vogliamo, è Giove. Con le sue immense, gigantesche, dimensioni ha una spinta gravitazionale tale da alterare l’intero sistema.