La fine della vita sulla Terra sarà molto prima e non per colpa del Sole | Tremende eruzioni vulcaniche e terremoti

Un esempio di eruzione durante la Pangea Ultima – Passione Tecnologica

Quando giungerà la fine del mondo? Non sarà la conseguenza di fuoco e fiamme, ma di cause interne alla Terra stessa. La (strana) scoperta del Guardian.

Secondo infatti il giornale britannico, la formazione di un supercontinente sulla Terra potrebbe portare alla fine della razza umana e di tutti mammiferi, in un arco di tempo all’incirca di 250 milioni di anni.

Si tratterebbe di un’estinzione di massa causata da un’attività vulcanica tanto insolita, quanto frequente, capace di immettere nell’atmosfera massicce quantità di anidride carbonica, abbinate a un sole molto più vecchio, molto più rosso, capace di emettere radiazioni e di causare ampi deserti nella zona dei Tropici.

Il paper ha utilizzato quale base il modello climatico del Met Office della Gran Bretagna e il supercomputer dell’Università di Bristol, utilizzando quale base la tettonica del pianeta. Uno studio utile anche per comprendere le passate estinzioni sul nostro pianeta.

Il supercontinente in questione ha anche un nome, cioè Pangea Ultima. Il continente in questione si formerebbe grazie alla fusione tra i continenti odierni, come delineato da un paper scientifico di Nature Geoscience. Si tratta del primo studio che tenta di comprendere quanto e come potrebbe cambiare il clima a seguito di questo cambiamento di natura geologica, proiettando le analisi milioni di anni in avanti nel futuro.

Come sarà la Terra del futuro? L’incubo di Pangea Ultima

Nell’era del supercontinente, cioè Pangea Ultima, le temperature saliranno sempre di più, toccando nuovi, drammatici, picchi di umidità lungo e coste e di aridità nell’entroterra, caratterizzato da vasti deserti. Si ritornerebbe alle temperature – degne dei dinosauri – del triassico, 260 milioni di anni fa, quando il 90% delle specie viventi scomparve.

Una discesa di lava – Passione Tecnologica

Accanto alle conseguenze dell’elevatissimo calore, vi sarebbe poi la graduale scomparsa della natura, con una conseguente distruzione della catena alimentare. Molte piante faticano a temperature elevate, la maggior parte muore; e dai cactus l’ecosistema non si sviluppa un granché, certo non a sufficienza da garantire la vita umana. La terra, nell’era del supercontinente, sarebbe un unico, grande, deserto senza vita.

La razza umana è molto fortunata con quello che abbiamo e non dovremmo alterare il nostro clima al di là delle temperature odierne. Siamo la specie dominante, ma è l’odierno clima della Terra a permettercelo. Cosa succederà dopo, nessuno può saperlo. La specie dominante potrebbe essere qualcosa di completamente diverso” ha commentato l’autore del paper Alexander Farnsworth.