
Bancomat, tremano le banche di tutta Italia: è in atto dai malviventi il metodo della ‘marmotta’. Scopriamo insieme di che cosa si tratta.
Potrebbe non sembrare, guardando ai titoli di giornali e Tg, ma i crimini appaiono essere generalmente in calo in Italia. Sempre meno delitti, meno furti, meno scassi, meno rapine. Le statistiche, nonostante una percezione ingigantita e fuorviante della popolazione, non mentono: c’è meno crimine del passato, le probabilità di essere derubate sono molto, molto più basse. Forse quant’è cambiato è la sensibilità verso determinate azioni, determinati furti; una rapina, un borseggio, un furto impressionano maggiormente a confronto col passato, tutt’altro che ideale.
Tra i furti che si segnala ancora diffusi sono quelli ai bancomat; veri e propri ‘attacchi’, con metodi assai fantasiosi. D’altronde ATM, sportelli automatici e terminali di pagamento hanno tutti il minimo comun denominatore di non poter reagire, si tratta di atti criminali a basso rischio.
In generale, però, anche questo genere di crimine è in calo; specificatamente le statistiche menzionano espressamente gli attacchi agli sportelli bancomat, i furti alle poste e gli attacchi ai terminal del contante. Sempre meno criminali tentano questo ‘colpo’, consapevoli di quanto sia difficile reperire il contante. Tra allarmi, contatti diretti con la Polizia e le banconote macchiate il ‘furfante’ non ha vita facile.
Proprio qualche giorno addietro, alle 4.30 del mattino, un bancomat è stato colpito da una banda a Castelnovo Sotto, nell’Emilia-Romagna. Il colpo, avvenuto in via Gramsci, ha fruttato 80mila euro.
Il metodo della marmotta: come funziona? Ha dell’incredibile
Il metodo della marmotta utilizza un aggeggio metallico, con un contenitore a forma di cono pieno di polvere da sparo. La polvere viene accesa con una miccia posta all’altra estremità dell’aggeggio, sulla parte terminale di un lungo bastone.

L’aggeggio viene inserito all’interno dello sportello bancomat, magari agevolandosi con un trapano o un martello e fatto esplodere, accendendo la lunga miccia. Poi non rimane che raccogliere il contante dall’ATM distrutto e dileguarsi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Un atto criminale davvero d’altri tempi.
Il nome sembra derivi dal rumore che produce il cono quando esplode; poco prima del boato e dell’esplosione, la bomba fa il suono dell’animale da montagna, quasi ovattato. Se lo sentite in città, ebbene: potrebbe essere che qualcuno sta per rapinare un bancomat con la ‘marmotta’.