Uomo tradito dalla moglie lo scopre così: Google ha fatto tutto

Usare Google Maps, fonte pexels

Un uomo ha scoperto l’infedeltà della moglie con un metodo alquanto insolito: utilizzando Google Maps. Scopriamo insieme i contorni della bizzarra vicenda. 

Google al centro di vertenze ‘rosa’, connesse a matrimoni, divorzi e ogni genere d’affare amoroso. L’accostamento potrebbe sembrare tanto assurdo, quanto inconsueto; eppure è quanto è successo secondo un curioso fatto pubblicato da Il Sole 24 Ore. Una vicenda giudiziaria nella quale proprio Google è stato (involontario) protagonista. Ma andiamo con ordine.

Oggigiorno l’interconnessione tra tecnologia e uomo, tra tecnologia e affari personali è talmente stretta da essere inseparabile, un legame tanto naturale quanto malsano, ossessivo, compulsivo, schizofrenico. La tecnologia si è evoluta per servirvi, ma – touché – ne siamo divenuti servi, appendici dei reciproci apparecchi tecnologici. Dallo smartphone, alle app, al computer, all’auto. Siamo noi che serviamo loro e non viceversa. Una dipendenza assai pericolosa.

Lo prova il seguente caso giudiziario dove proprio Google Maps gioca un ruolo fondamentale. All’interno di una coppia l’uomo aveva visto la propria auto in una via ‘inconsueta’ e aveva sospettato che la moglie se la stesse spassando con qualcun altro. La donna, posta dinanzi all’evidenza, aveva confessato che sì, lo stava tradendo con un altro amante.

La donna, evidentemente dispiaciuta della fine del matrimonio nonostante proprio la sua infedeltà ne fosse stata la causa, aveva citato in giudizio Google Italy, additando alla foto ‘infelice’ di Maps la fine del suo matrimonio. Galeotto fu Google Maps, verrebbe da scrivere, citando il divino poeta. E mai utilizzare l’auto del marito per compiere ‘scappatelle’, verrebbe inoltre da aggiungere.

Google e le vicende giudiziarie: all’intersezione tra uomo e tecnologia

Tuttavia i giudici hanno rifiutato questa ‘prova’ quale evidenza per la fine del matrimonio. La Cassazione, tramite la sentenza 27224, ha infatti rigettato la sentenza, osservando come mancasse qualsiasi prova che la foto dell’auto avesse causato la rottura della relazione.

Usare Google Maps su smartphone, fonte pexels

Il primo errore della donna era stato a livello di attribuzione; la responsabile di Maps infatti aveva citato in giudizio Google Italy invece di Google LLC. Un errore alquanto grossolano.

Google comunque centrava poco con la vicenda, perchè la foto di un auto in un luogo insolito non è certo una prova sufficiente per addurre la fine di una relazione. Era evidente, hanno ragionato i giudici, come fossero intervenuti altri fattori, altrettanto importanti, dai quali era giunta la decisione della fatale separazione.