È riapparso dopo 80 anni, pensavamo fosse estinto: scoperta impensabile

Lo scarafaggio ‘ritrovato’, di Lord Howe, fonte Wikipedia

Una specie ritenuta scomparsa da (quasi) un secolo è ricomparsa sotto gli sguardi attoniti degli esploratori. Di che cosa si tratta? Scopriamolo insieme. 

A volte ritornano. Potrebbe adattarsi al caso odierno l’animale in questione. Ci stiamo infatti riferendo al Panesthia lata, un animale che, ritenuto da tutti estinto, è miracolosamente ricomparso sotto le lenti degli scienziati.  Una riscoperta ritenuta dai più impossibile. Non è la prima volta che succede, ad esempio in Africa spesso specie ritenute estinte vengono ritrovate nel cuore della giungla più nera.

Che cos’era successo? Non è la prima volta che un animale, ritenuto estinto, ricompare nelle profondità della natura selvaggia. Un avvenimento fonte, ogni volta, di grande meraviglia: la commozione di essere, sì, ancora in tempo per salvare quella specie.

Nel caso in questione ci stiamo riferendo a uno scarafaggio che mangia il legno, ritenuto da tempo estinto. Invece è stato ritrovato sull’isola di Lord Howe, nel sud oriente asiatico. Una scoperta insospettabile.

La scoperta è avvenuta a cura dei ricercatori dell’Università di Sidney che hanno annunciato il ritrovamento al largo del mar di Tasman, tra Australia e Nuova Zelanda. Insomma, un ritrovamento avvenuto a cura del Commonwealth britannico, quasi una riscoperta degli esploratori d’un tempo, di sapore darwiniano.

Tutte le caratteristiche del ritrovamento: un animale davvero ‘strano’

Lo scarafaggio tecnicamente è noto come Panesthia Lata, non ha ali (un unicum nel campo degli scarafaggi) e mangia solo il legno. Nel 1918 erano già state trovate due simili specie, ma con leggeri differenze. In questo caso invece è proprio la specie ‘perduta’ (ma ora ritrovata). La colorazione varia dal nero al bruno-rossiccio. Il legno assimilato è ormai morto, in putrefazione. Allo stesso modo si nutre di foglie morte.

Una comune blatta, fonte pexels

Sembra che gli scarafaggi in questione siano potuti sopravvivere sull’isola, perchè rigorosamente isolati dal mondo esterno; all’interno infatti dell’isola permettono il riciclo del legno e rappresentano un elemento fondamentale per il funzionamento dell’ecosistema. Un ruolo che probabilmente non avrebbero altrove. Onde digerire la cellulosa sfrutta addirittura microrganismi specializzati all’interno del proprio apparato digerente.

E’ stato calcolato come, nella zona delle isole oggetto della scoperta, vi siano oltre 1600 diverse specie di invertebrati autoctoni, tra cui anche la nostra inconsueta blatta. Tra le maggiori minacce per questi particolari insetti vi sono i ratti, introdotti dall’uomo occidentale tramite le navi. Un altro esempio è l’insetto stecco gigante Lord Howe, quasi completamente estinto.