Ritrovamento epocale nei mari: ecco che cosa hanno trovato

Un relitto sott’acqua, fonte pexels

Incredibile scoperta archeologica nei mari; se non ridefinisce la storia dell’umanità, certo la arricchisce di un grande tesoro. 

Quali segreti si agitano nelle profondità del mare? Quali mostruose creature popolano gli abissi oceanici e quali rovine dimenticate giacciono sepolte sotto millenni di sedimenti? La Terra è il ‘pianeta blu’, ma rimane sorprendente quanto poco conosciamo, quanto poco sappiamo dei nostri mari e oceani. Dalla geologia del suolo marino, alla sua composizione di flora e fauna, financo alle rovine di civiltà tardo antiche ancora troppo poco conosciute, troppo poco studiate, complici le grandi difficoltà dell’archeologia subacquea.

In quest’ambito può forse sorprendere, ma c’è stato un ritrovamento non in un luogo esotico, ad esempio nelle profondità dell’Atlantico o al largo dell’Oceano Indiano, ma nel cuore del mar Mediterraneo. Specificatamente il ritrovamento è avvenuto tramite tecnologie all’avanguardia e ha permesso di scoprire sei nuovi relitti.

Il luogo è chiamato ‘Banco di Skerki’ ed è costituita da un crinale roccioso sottacqua, presente nel Canale di Sicilia. Si trattò, durante la Seconda Guerra Mondiale, della tratta più utilizzata dalla Wermacht e dall’esercito italiano per rifornire le proprie truppe in Libia e generalmente in Africa; e l’aviazione anglo americana lo sapeva bene, considerando come bombardasse periodicamente il passaggio.

Era infatti chiamato la ‘rotta della morte’ per i continui naufragi; e col tempo la zona si è qualificata come un vero e proprio cimitero di imbarcazioni. Inizialmente, nel 1990, erano stati individuati almeno 10 relitti tra navi cargo e da guerra giacenti nell’area.

La scoperta: sei relitti a pochi passi dalle coste siciliane

La nuova ricerca, coordinata da un team di ricercatori internazionali provenienti da otto diversi paesi afferenti al mediterraneo, tra cui l’Egitto e il Marocco, la Francia e la Croazia, hanno scoperto nuove tracce di antichi relitti. Specificatamente, tramite droni sottomarini e sonar multibeam, è stato possibile rintracciare 6 imbarcazioni, e a sorpresa non erano tutte afferenti all’ultimo conflitto mondiale.

Un esempio di relitto in mare, fonte pexels

La prima nave emersa infatti era un piroscafo lungo 74 metri, risalente probabilmente o all’ottocento o ai primi del novecento. Accanto ad essa è stata ritrovata un’imbarcazione di legno di minori dimensioni, appena 15 metri, anch’essa di uno, due secoli fa.

Infine, con grande sorpresa di tutti, è stata ritrovata una nave risalente all’epoca romana, tra il 100-200 a. C. E scandagliando ancora, ecco affiorare altri tre relitti, anch’essi risalenti all’età romana, completi di anfore e ceramiche. Insomma, un bel successo per l’UNESCO che patrocinava il team di ricerca.