Il progresso tecnologico, come abbiamo ormai ribadito più e più volte nel corso del tempo, ha permesso dei grandissimi passi in avanti. Questo si applica soprattutto alla scienza, dove ad esempio il progresso nella robotica ha permesso dei sostanziali e significativi passi in avanti nella medicina, soprattutto quella riabilitativa.
Oggi ci concentreremo però sugli oggetti geneticamente modificati, i cosiddetti OGM, dal momento che un gruppo di scienziati è stato recentemente in grado di creare il primo frutto geneticamente modificato: scopriamo insieme nei minimi dettagli di cosa si tratta.
Per i più curiosi, si tratta infatti di una banana geneticamente modificata, che si appresta addirittura ad uscire sul mercato mondiale ortofrutticolo. Questa nuova invenzione permetterà chiaramente di acquisire nuove e interessanti caratteristiche, come ad esempio la resistenza a determinate malattie della pianta e tanto altro. La regolamentazione riguarda nella fattispecie la coltura delle banane di Cavendish, che è senz’ombra di dubbio una delle maggiormente conosciute a livello mondiale. È stata l’Australia il posto in cui l’ente di regolamentazione ha permesso di iniziare gli studi per la realizzazione di questo frutto geneticamente modificato.
Entrando maggiormente nei dettagli, questa banana geneticamente modificato sarebbe infatti in grado di resistere ai funghi più nocivi e mortali, che rappresenta senz’ombra di dubbio una delle minacce più importanti e significative per tutti i coltivatori dell’intero mercato mondiale ortofrutticolo. Questo particolare fungo infatti sarebbe stato scoperto e identificato da parte degli scienziati nel corso degli anni ’90 del secolo scorso, per poi diffondersi soprattutto in Cina e in India.
La celebre banana Cavendish è infatti soggetta all’azione di un particolare fungo, conosciuto con il nominativo di “Panama Disease Tropical Race 4”, in acronimo TR4. Dietro lo studio per la realizzazione della pianta di banana geneticamente modificata ci sarebbe James Dale, professore presso la Queensland University of Technology, assieme al suo team di ricercatori e scienziati.
Il futuro del mercato
Stando a quanto recentemente dichiarato dallo stesso James Dale, questa nuova invenzione permetterà una maggior sicurezza per l’intero settore ortofrutticolo, andando a migliorare sensibilmente le caratteristiche della pianta stessa.
Ricordiamo infatti che ad oggi, la Canvedish detiene circa il 50% della quota mondiale delle colture di banana a livello globale, un dato sicuramente importante, considerando soprattutto il numero di varietà di banana, che si attesta indicativamente a cavallo tra le 300 e il migliaio di unità totali.
Non ci resta a questo punto che attendere per vedere come si evolverà la situazione di questa nuova pianta, nel corso delle prossime settimane o mesi.