Nuovo batterio, stiamo rischiando tutti: è molto pericoloso

batterio 1 astrobio
Cupriavidus metallidurans – Passionetecnologica

Ci stiamo lasciando ormai (quasi) alle spalle la pandemia da Sars-COV-2, il virus responsabile del temuto e combattuto Covid, che per più di 3 anni ci ha tenuti col fiato sospeso, nel tentativo di fronteggiare l’emergenza, e risolverla nel più breve tempo possibile. 

Come ben saprete la ricerca in generale sta scoprendo sempre nuove specie batteriche, e l’ultima sarebbe davvero interessante ed affascinante da un punto di vista scientifico. Un team di scienziati ha infatti recentemente scovato un nuovo batterio, completamente inedito e mai conosciuto prima d’ora, che è stato classificato con il nome di Cupriavidus metallidurans.

Questo batterio nella fattispecie presenterebbe una particolarità davvero curiosa: il Cupriavidus metallidurans sarebbe infatti in grado di trasformare, da alcuni composti naturali (chiaramente di origine metallica) come substrato di partenza, in vero e proprio oro.

La scoperta in realtà risalirebbe ad anni addietro, più precisamente al 2009, quando un geomicrobiologo, tale Frank Reitch, riuscì ad invidiare questa nuova specie batterica. Frank, assieme al suo team di scienziati, avrebbero condotto alcune ricerche in merito alle resistenze messe in opera da parte di alcuni batteri, per andare a fronteggiare alcune temperature molto ostili per la maggior parte delle specie viventi ad oggi esistenti.

In particolare il team di scienziati avrebbe osservato questa specie batterica che proliferava attivamente nel corso della decantazione dello zinco, riuscendo contemporaneamente nella produzione di pepite d’oro, del calibro di pochissimi millimetri.  La scoperta sarebbe stata riportata in particolare sulla celebre rivista di settore American Society for Microbiology, dove figurerebbero tantissimi nomi di scienziati che hanno partecipato al progretto in questione.

I meccanismi molecolari

La formazione dell’oro sarebbe dovuta specialmente alla presenza di due megaplasmidi, rispettivamente pMOL28 e pMOL30, implicati sia nella produzione d’oro che nella replicazione vera e propria del batterio stesso. Non conosciamo ancora nello specifico i meccanismi alla base della produzione delle micropepite, ma siamo certi che gli studi futuri getteranno senz’ombra di dubbio luce in merito alla loro sintesi e realizzazione.

Al momento, sappiamo solo che la produzione è dovuta in parte alla presenza degli ioni rame, che permette di trasformare (attraverso diversi processi chimici) gli scarti metallici in oro. L’obiettivo futuro sarebbe quello di riuscire a replicare lo stesso processo in laboratorio.

batterio 2 microbiologiaitalia
Oro – Passionetecnologica

Non ci resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti in merito a questa nuova specie batterica recentemente scoperta, che arriveranno senz’ombra di dubbio nel corso delle prossime settimane o mesi da parte dei nuovi studi effettuati dagli scienziati del team di ricerca.