Pellet, arriva il divieto assoluto in Italia: ecco i regolamenti delle regioni

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Divieto stufe a pellet e biomasse – Passionetecnologica

Nuovi regolamenti adottati dalle Regioni italiane per l’utilizzo di stufe a pellet e di impianti di riscaldamento a biomasse.

L’inquinamento atmosferico è considerato la più grande minaccia per la salute ambientale del mondo e si stima che provochi sette milioni di morti nel mondo ogni anno. Ad affermarlo è IQAir che ogni anno stila il World Air Quality Report, una classifica dei Paesi con più inquinamento atmosferico.

Dai dati non arrivano buone notizie per l’Italia che si classifica al 67esimo posto per qualità dell’aria dopo le registrazioni effettuate dalle stazioni dell’intero territorio nazionale. Un allarme confermato anche dal nostro Istituto Superiore di Sanità che costantemente monitora la concentrazione di PM10 e PM2,5 nell’aria.

Un’operazione molto importante poiché, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non è possibile definire un valore limite al di sotto del quale non si verificano nella popolazione effetti sulla salute. Per questo motivo i livelli di PM10 e PM2,5 devono essere mantenuti al minimo possibile.

Nelle nuove linee guida l’OMS chiede di ridurre la presenza di PM10 nell’aria a 20 grammi per metro cubo, così da ottenere una riduzione della mortalità di circa il 15%.

Dove sono vietate le stufe a pellet?

Va proprio in questa direzione, la nuova guida dell’Aiel, Associazione italiana energie agroforestali, per semplificare la consultazione delle norme regionali che disciplinano l’installazione di stufe a legna e caldaie a biomassa. L’obiettivo è proprio quello di ridurre il quantitativo di PM10 nell’aria attraverso l’eliminazione degli apparecchi obsoleti che utilizzano legna per la combustione. La presenza di questi vecchi sistemi, particolarmente inquinanti è costata all’Italia una multa dall’Unione Europea.

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Produzione di biomassa pellet di legno – passionetecnologica

Attualmente sono in vigore regolamenti specifici per la riduzione delle emissioni in 8 regioni d’Italia, a cui si aggiunge la provincia autonoma di Trieste. Per comprendere la normativa è necessario comprendere il funzionamento della classificazione a tre stelle per i sistemi di riscaldamento e per le caldaie a biomasse legnose. Il sistema è simile a quello delle classi A-G degli elettrodomestici, più stelle ci sono minore saranno le emissioni, un voto da quattro stelle a salire significa che la stufa è ecologica.

Una volta classificate i sistemi, le regioni hanno il compito di monitorare la qualità dell’aria e di segnalare ai comuni il livello di inquinamento. I livelli seguono tre indicatori: verde, senza allerta, giallo e rosso. In pratica, dall’allerta gialla in poi sarà necessario adottare misure emergenziali che prevedono lo stop degli impianti di riscaldamento. In Allerta Gialla dovranno fermarsi tutti gli impianti dalle 3 stelle a scendere, con l’Allerta Rossa potranno funzionare solo gli impianti da 4 stelle in su. In realtà, ogni Regione decide autonomamente quali provvedimenti applicare, per questo le limitazioni possono variare notevolmente.