Carta di credito, usarla in questa maniera ti può costare una multa da 1.550€ I Una leggerezza ti mette nei guai

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Al giorno d’oggi, i contanti sono diventati via via sempre più vetusti e non più utilizzati. Si tende infatti ad utilizzare in maniera diffusa e capillare il pagamento elettronico, attraverso carte di credito, carte di debito et similia.

Questo sistema si è ulteriormente ampliato negli ultimi anni proprio grazie agli smartphone di ultima generazione, che con il loro chip NFC permettono di sincronizzare senza alcun problema la propria carta di credito con lo smartphone, riuscendo a pagare immediatamente in ogni esercizio locale.

Si tratta ad esempio di sistemi come Apple Pay, Google Pay, Samsung Pay e via dicendo, che permettono pagamenti veramente immediati e intuitivi.

Capita spesso che alcune persone utilizzino (dietro ovviamente il consenso dell’altra persona) la carta di credito di un proprio amico per effettuare acquisti online, o quando siamo sprovvisti di contanti al momento. Bisogna però stare attenti in queste operazioni: non è sempre legale infatti effettuare acquisti facendo uso di una carta di credito di cui non siamo effettivamente i proprietari.

Cosa dice la legge a riguardo? La normativa prevede che la carta di credito possa essere utilizzata solo ed esclusivamente se la relazione che intercorre tra le rispettive parti sia davvero dimostrata ed esistente, e che ovviamente quest’operazione sia stata delegata in maniera chiara e inequivocabile da parte del proprietario della carta di credito stessa.

Cosa dice la legge

In base anche a quanto dichiarato dal Codice Penale, infatti, colui che fa uso di una carta di credito (o anche di qualsiasi documento analogo che permetta il prelievo di denaro contante da una determinata banca) senza autorizzazione viene punito con una reclusione, che può andare rispettivamente da un minimo di un anno a un massimo di 5 anni.

Questo reato prevede inoltre una sanzione fiscale che va da un mininmo di 310 euro a un massimo di 1550 euro. Lo stesso problema va poi a riflettersi in questo caso sui commercianti che, ignari di tutta la situazione che è avvenuta, consentono questo tipo di transazioni. In questo caso è previsto un vero e proprio storno di addebito, che porta quindi a una consistente perdita economica da parte del negoziante stesso.

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A commentare la situazione è stata anche la Corte di Cassazione che è recentemente intervenuta a tal proposito, confermando quanto sia importante documentare (con un certificato convalidato e sicuro) la reale relazione tra le due parti, in modo da evitare sanzioni (per chi ne fa effettivamente uso) e perdite economiche per il negoziante che consente queste operazioni a sua insaputa.