Sono tempi davvero duri e complessi per tutta l’Unione Europea, che si trova a dover fronteggiare il rincaro energia che ha recentemente colpito tutto il continente.
Tutta questa situazione ha avuto origine in particolare a partire dai conflitti in Ucraina risalenti ai primi mesi del 2022, che hanno portato come diretta conseguenza l’inflazione sia delle materie prime (in particolar modo a livello del settore alimentare) così come dell’energia, sia elettrica che di gas metano.
Secondo alcune recenti statistiche, infatti, il costo delle bollette sarebbe aumentato di circa il 50% rispetto alle corrispettive bollette pagate nel corso dell’anno precedente. Fortunatamente i governi di tutti gli stati europei non si sono tenuti con le mani in mano, ma anzi hanno preso diversi provvedimento proprio per fronteggiare il rincaro energia ed aiutare così la popolazione più bisognosa.
Per quanto riguarda il governo italiano, abbiamo avuto ad esempio il bonus energia da 150 euro (detraibili direttamente dal costo delle bollette mensili dell’energia), così come agevolazioni e detrazioni fiscali per chiunque intendesse acquistare un elettrodomestico di nuova generazione (che consuma meno) entro la fine dell’anno corrente. Nonostante tutto questo, però, numerose famiglie rischiano di andare incontro alla soglia di povertà, dal momento che non riescono a permettersi di sostenere il pagamento di bollette mensili dell’energia così esose, soprattutto nel caso in cui si tratti di famiglie monoreddito, composte eventualmente da 4 o 5 membri.
A questo si aggiungono poi alcune compagnie distributrici che, per usare un’eufemismo, non si sono rivelate onestissime nei confronti dei loro clienti e avrebbero apportato delle modifiche unilaterali ai contratti stipulati con gli utenti stessi.
I provvedimenti
A prender parola a tal proposito è stata quindi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la quale ha immediatamente preso dei provvedimenti cautelari nei confronti delle società distributrici, in particolar modo Eni, Enel, Edison, Acea e infine Engie. Per quanto riguarda Hera e A2A invece, i provvedimenti cautelari sono stati revocati, dal momento che stando a quanto dichiarato dalla documentazione consegnata, le variazioni contrattuali riguardavano in questo caso le offerte attualmente in scadenza.
Situazione ben diversa per le cinque società sopracitate, invece, in cui le modifiche contrattuali unilaterali riguardano proprio offerte non in scadenza.
In questo caso le cinque società avranno l’obbligo imposto di non modificare le condizioni economiche precedentemente stabilite, annullando in ogni modo tutte le modifiche contrattuali unilaterali: in questo caso tutte le società sopracitate avranno a disposizione 5 giorni per comunicare che il provvedimento sia stato effettivamente preso e accolto.