Una criptovaluta è una moneta digitale che, a differenza delle monete tradizionali, non esiste in forma fisica.
Non è né controllata né gestita da alcuna autorità centrale. Le informazioni sulle transazioni in criptovaluta sono memorizzate in un registro digitale decentralizzato, basato tipicamente sulla tecnologia blockchain. Esse non sono considerate valute nel senso tradizionale, ma un tipo di bene a sé stante: né una merce, né un titolo finanziario, né una moneta. La prima criptovaluta è il Bitcoin, creato nel 2008, ma al mondo esistono oltre 17.500 criptovalute.
L’uso delle criptovalute in Italia è aumentato nell’ultimo anno del 23%, una crescita che pone l’Italia come sesto mercato più rilevante in Europa e 51esimo a livello globale. Sono alcuni dei dati del nuovo rapporto Global Crypto Adoption Index, pubblicato periodicamente dalla società Chainalysis, che misura l’adozione e gli investimenti fatti in criptovalute, una ampia serie di monete digitali le cui transazioni sono generalmente protette da protocolli blockchain.
Nel 2023 in Italia cambia tutto per le criptovalute. Occhi puntati sulla legge di bilancio
In Italia, per la prima volta, una legge di bilancio regolamenterà le criptovalute. Infatti, nella bozza approvata dal Consiglio dei Ministri, saranno cinque su centotrentasei gli articoli dedicati all’argomento. Questi definiscono gli aspetti inerenti le operazioni sulle cripto-attività. E’ incluso il sistema di tassazione, l’adozione di un’imposta di bollo e la definizione delle criptovalute come attività finanziaria.
Ovviamente, c’era da aspettarselo, questa novità ha suscitato critiche da parte degli addetti ai lavori. Questi ultimi sono soddisfatti che il Governo abbia previsto norme per il mercato delle criptovalute, ma sono rimasti fortemente delusi dalle modalità previste. Il fallimento di Ftx fa ancora rumore, e il nuovo Esecutivo non può permettersi di rimandare ancora la questione.
Con la tassazione delle plusvalenze e l’introduzione di un’imposta di bollo del 2 per mille il Governo italiano intende fare cassa, anche se è difficile avere condizioni talmente favorevoli nel breve tempo tanto da far guadagnare investitori, risparmiatori e Stato.
Vediamo in dettaglio i punti cardine della manovra
La tassazione sulle plusvalenze sarà del 26%, ma non è chiaro come certificare le plusvalenze. In mancanza di calcolo delle plusvalenze, il conteggio viene effettuato da capo. Così ci saranno conseguenze negative per i risparmiatori. In più, la franchigia che prima era di 51000 euro, ora sarà 2000 euro.
Tutti quelli che hanno realizzato redditi senza denunciarli negli anni passati possono sanare la loro posizione con il Fisco pagando un’imposta sostitutiva del 3,5% + 0,5% di sanzione/interessi. Chi non ha mai realizzato guadagni paga la sanzione dello 0,5%. Il Governo ha intrapreso la via e gli addetti ai lavori lanciano l’allarme di possibili fughe di criptovalute all’estero.