“Scienziati ossessionati da lei”: la strana scoperta che spaventa tutti

Le scienze, nel corso dei secoli, ci hanno permesso, con le loro ricerche e le loro scoperte, di progredire in maniera molto veloce.

Queste scoperte sono state sempre celebrate, in tempi moderni, da giornali, tv, riviste scientifiche. Anche il cinema ha fatto la sua parte. A volte con film che ripercorrevano gli studi e le ricerche scientifiche in qualsiasi campo, altre volte producendo film di natura fantascientifica.

A proposito di film, ricordate quello che uscì nel 1858? Si chiamava ” Blob – Fluido mortale. Un film horror fantascientifico che ruotava tutto attorno alla pericolosità di una sorta di creatura informe e gelatinosa proveniente dagli spazi siderali. Questa creatura giunge sulla Terra all’interno di una meteora. Una creatura in grado di intendere, di volere e di conquistare il globo.

Anche se il paragone è un po’ azzardato, il protagonista di questa scoperta fatta nel 1800, ma che, ancora oggi, fa impazzire e meravigliare al tempo stesso gli scienziati, può essere inteso come una specie di Blob. Ovviamente, qui non si parla di voglia di conquistare e scatenare delle guerre da parte della creatura in questione!

Una scoperta antica, ma che dopo due secoli ossessiona ancora gli scienziati per il suo modo di comportarsi. Stiamo parlando della muffa “Physarum Polycephalum”.

C’è qualcosa di molto, ma molto strano in questa muffa: il suo comportamento, intelligente e strisciante, sta ridefinendo il modo in cui la comunità scientifica si approccia all’intelligenza in generale.

La muffa in questione è oggetto di studi approfonditi da parte della comunità scientifica, sempre più incuriosita dalla sua “intelligenza”. Infatti, sembra che questa sua intelligenza si ampli e si adatti per consentire alla muffa di alimentarsi e riprodursi in maniera attenta e strategica.

Questa muffa è stata scoperta nel 1800 da David de Schweinitz, padre della micologia americana. Grazie a questa scoperta diede un importante contributo alla botanica. Già a quei tempi, nonostante l’assenza di strumenti all’avanguardia, questa muffa appariva insolita per il suo comportamento.  Si moltiplica e si riproduce in zone d’ombra, mangiando spore fungine, batteri ed altri microbi.

È stata quindi classificata come muffa intelligente e attiva. Gli studi su di lei sono stati accantonati fino a quando l’interesse degli scienziati verso le muffe melmose acellulari è rinato. In particolare gli studi si sono soffermati sulla nostra muffa.

Grazie a questi studi si è capito il suo importante ruolo ecologico. Essa, favorisce il decadimento della materia organica e e la trasforma in nutrimento per sé e per altri batteri. Inoltre, sappiamo che prospera da un miliardo di anni. Gli scienziati si sono, poi, posti un quesito.

Come può un organismo senza cervello e sistema nervoso avere contezza del posto in cui si trova e ampliarsi e spostarsi verso ambienti che gli consentano di trovare le condizioni ideali per il suo ciclo riproduttivo?

Hanno dunque cominciato a fare dei test e hanno scoperto molte altre abilità. Il biologo Chris Reid della Macquarie University in Australia e il suo team hanno scoperto che questa muffa può risolvere degli “enigmi complessi”. Può, ad esempio, trovare la via di uscita da un labirinto e avere memoria degli ambienti in cui prospera e delle sostanze incontrate sul suo cammino.

Inoltre, ricorda dove ha trovato cibo in precedenza e comprende come procacciarselo. Ha anche coscienza di apprezzare o meno condizioni o sostanze. In parole povere, se una cosa non le piace, si ritrae per fuggire o allontanarsi.

Gli scienziati hanno iniziato a paragonare il Polycephalum a una “rete”, nonostante sia un organismo unicellulare. Ogni parte della muffa opera in maniera indipendente e condivide le informazioni con tutte le sezioni adiacenti e con quella centrale. Da qui parte il paragone con i neuroni degli esseri umani.

Gli scienziati, però, dovranno studiare ancora tanto e per molto tempo. Dovranno capire come le informazioni sono propagate e condivise nella muffa e, quindi, se l’ipotesi della somiglianza con i neuroni sia effettiva.

Se l’ipotesi sarà confermata, si apriranno nuovi scenari anche per gli studi sul cervello umano. Questo potrà essere analizzato grazie a una serie di dati in comune, con l’obiettivo di svelare alcuni degli ambiti più misteriosi, come quelli che riguardano gli stadi del sonno, la memoria e gli stati d’incoscienza.