Quando la finzione diventa realtà! La scienza riporta in vita una specie animale data estinta da 100 anni.
Se riportare in vita specie estinte ci sembrava un film di fantascienza di Steven Spielberg, ora è possibile farlo. I biologi non hanno riportato in vita un animale maestoso come un tirannosauro, ma un pesce al quanto insolito.
Si tratta di de-estinzione, termine utilizzato per indicare il processo di creazione artificiale di un organismo appartenente ad una specie estinta.
Questo è il caso della trota spietata Greenback, un pesce delle zone nel Colorado centrale che 30 anni fa è stato dichiarato estinto. Ma non è l’unico animale che gli scienziati vogliono portare in vita.
De-estinzione
La scienza spesso ci sorprende con i suoi azzardi contro il ciclo naturale della vita. Questa volta però cerca di rimettere a posto gli squilibri presenti negli ecosistemi causati dalle attività umane.
I biologi del Colorado Parks and Wildlife hanno riportato in vita la trota spietata Greenback, un pesce endemico delle zone nel Colorado dato per estinto da più di 30 anni.
Infatti negli anni Sessanta e Settanta sono state scoperte alcune sottospecie di questo animale, ma in effetti la presenza della razza pura è stata riscontrata solo nel 2012 a Bear Creek, Colorado. In seguito la trota spietata si è stabilita anche in altre zone vicine e ad oggi questa specie, prima estinta, prospera autonomamente anche senza l’aiuto dei biologi.
La trota spietata non è l’unico animale estinto che gli scienziati vogliono rintrodure nel loro habitat originario. La tigre della Tasmania è un marsupiale carnivoro appartenente alla famiglia dei Thylacinidae, tipico dell’Australia, anch’esso dichiarato estinto nel 1936.
Una startup di biotecnologie e ingegneria genetica, la Colossal Biosciences ha dichiarato di voler de-estinguere quest’animale, recuperando il DNA da un esemplare di circa 108 anni conservato al Victoria Museum (Australia).
Tuttavia non tutti sono d’accordo di riportare in vita specie estinte da decenni o secoli. Il rischio che avvertono gli scienziati sarebbe quello di ristabilire la presenza di una specie estinta in un ambiente ben diverso da quello in cui viveva 100 anni prima. Questo potrebbe causare non solo danni alla specie, ma anche forti squilibri nell’ecosistema australiano.
Nel marzo del 2014, un’associazione russa di antropologi ha recuperato il sangue di un mammut da una vecchia carcassa al fine di prendere parte al processo di clonazione dell’animale.
Un altro team di ricercatori, guidato dal genetista di Harvard, George Church, ha invece apportato delle modifiche al genoma dell’elefante per renderlo resistente al freddo, aggiungendo uno strato di grasso in più.
A sostegno del progetto di de-estinzione degli animali, Church dichiara che riportare in vita i mammut estinti arginerebbe alcuni dei danni causati dal riscaldamento globale.