Se il colore della fiamma non è azzurra dobbiamo preoccuparci? Niente da temere sul colore del fuoco dei fornelli, vediamo in dettaglio cosa c’è dietro questo fenomeno.
In questo periodo siamo sempre più attenti sui sprechi energetici in casa, molti cercano di trovare metodi e trucchetti per risparmiare. Per gli italiani ormai è diventato fondamentale ridurre i costi dell’energia.
Spesso cercano soluzioni sostenibili per la nostra vita quotidiana, si cade in falsi miti. Recentemente in giro troviamo sempre più fake news sull’energia, tenti ad acchiappare un click in più.
Fra queste mille news acchiappa like, c’è una riguardante un accessorio della cucina che utilizziamo quotidianamente i nostri fornelli. Sui social è diventato virale un post in cui si dice di fare attenzione al colore della fiamma che si genera dal piano cottura. Poiché il diverso colore corrisponde a una miscela di gas diversa, si nasconderebbe un gas miscelato con più ossigeno, ciò dovrebbe corrisponderebbe a una truffa bella e buona.
Fiamma blu o rossa
Perché la fiamma blu sarebbe quella più calda ed efficiente dal punto di vista energetico, mentre quella rossa avrebbe una temperatura media più bassa? Il che vuol dire che i nostri cibi necessiteranno di più tempo (e più gas) per cuocere? Cerchiamo di fare chiarezza.
Dobbiamo prima sapere le effettive differenze tra le fiamme. la fiamma blu sarebbe quella più calda ed efficiente dal punto di vista energetico, mentre quella rossa avrebbe una temperatura media più bassa.
Questo vuol dire che i nostri cibi cuoceranno in meno tempo. Questa differenza di temperatura deriverebbe da una maggiore presenza di ossigeno nel gas che dà vita alla fiamma rossa.
Il colore della fiamma non è necessariamente un indicatore della temperatura, ma può rivelare anche informazioni sulla composizione chimica del gas che stiamo andando a bruciare.
Il gas GPL brucia con fiamma blu. Allo stesso modo tutti gli alcani come metano, propano, butano ed etano: essi sono detti idrocarburi puri perché contengono atomi di idrogeno e carbonio legati da legami singoli. È proprio la combustione degli atomi di carbonio che dà alla fiamma il suo tipico colore bluastro. La fiamma del GPL ha una temperatura di circa 1.980°C, mentre gli idrocarburi bruciano a una temperatura di circa 1.960°.
Se vediamo una fiamma di colore giallo o rosso, siamo di fronte a un fenomeno di combustione incompleta, che non per forza dipende dalla presenza di ossigeno nella miscela, ma che può derivare anche dalla presenza di fuliggine o altre impurità che inquinano il gas che stiamo bruciando.
Impurità nella fiamma
Le fiamme gialle e rosse sono dovute alla presenza di fuliggine o altre impurità all’interno della miscela, che non è più pura e non brucia più in modo completo, come dovrebbe. Ovviamente, una combustione incompleta genera una temperatura della fiamma più bassa (circa 1.000°C).
Non si tratta della presenza di ossigeno nella miscela del gas domestico (la cosiddetta aria propanata composta per il 50% di gas propano e per il 50% di ossigeno) e quindi di una truffa, bensì di un gas non completamente puro che non riesce a bruciare come dovrebbe.
La colpa è sostanzialmente nostra e della nostra gestione del piano cottura. La presenza di cristalli di sale o zucchero, di residui di cibo o detersivo inquinano la miscela di gas compromettendone la combustione, e ciò altera il colore (e la temperatura) della fiamma.
Non si tratta dunque di uno spreco della risorsa energetica per il quale allarmarci, ma piuttosto di un inconveniente momentaneo destinato a durare poco, giusto il tempo che le particelle estranee alla miscela vengano bruciate e eliminate. Il gas, giallo o rosso che sia, tornerà presto al suo colore originario.