Come molti di voi sapranno, gli astronauti che vanno nello spazio vengono sottoposti regolarmente ad analisi del sangue, chiaramente prima e dopo le missioni spaziali che conducono. Alcuni recenti studi effettuati sulle mutazioni genetiche di alcuni astronauti potrebbero rivelare scoperte molto interessanti, e la correlazione con alcune patologie.
Le funzioni e la fisiologia delle cellule può cambiare a causa di alterazioni nel codice genetico rappresentato dal DNA, a causa delle più disparate motivazioni, soprattutto da agenti esterni ambientali. Queste mutazioni genetiche, conosciute anche come mutazioni somatiche (in quanto riguardano le cellule non germinali) possono presentarsi a seguito ad esempio di radiazioni o eventuali esposizioni ad agenti chimici, che provocano mutazioni a livello del DNA.
Lo studio delle mutazioni
Gli scienziati sono in grado di studiare queste mutazioni andando ad analizzare nella fattispecie le cellule del sistema circolatorio (in particolare, i globuli rossi), e alcune di queste mutazioni sono un chiaro segno di emopoiesi clonale, un processo in cui l’organismo inizia a produrre sempre più cellule che portano la stessa mutazione genetica, con tutte le conseguenze che ne possono derivare a livello patologico. Un team di ricercatori e studiosi condotto dalla Icahn School of Medicine Mount Sinai, un’università privata di New York City, ha così deciso di studiare il rischio degli astronauti di sviluppare emopoiesi clonale. L’analisi del sangue degli astronauti, ha infatti evidenziato mutazioni genetiche che possono renderli maggiormente suscettibili a sviluppare tumori e diverse patologie di natura cardiovascolare.
A prender parola in tal senso è stato David Goukassian, professore di medicina presso il Cardiovascular Research Institute dell’Icahn Mount Sinai, nonchè autore principale dello studio pubblicato su Nature Communitations Biology, il quale ha dichiarato che gli astronauti lavorano in un ambiente estremo in cui diversi fattori possono portare a mutazioni somatiche, tra cui soprattutto le radiazioni spaziali, con la conseguenza che tutte queste mutazioni possono poi portare all’emopoiesi clonale.
Al momento questi studi sono ancora allo stadio iniziale, pertanto non ci resta che attendere ulteriori sviluppi in tal senso, per conoscerne più nel dettaglio le cause.