Grammatica italiana, il punto e virgola usato sempre meno. Rischio dietro l’angolo?

Punto e virgola - Passionetecnologica.it
Le regole per il buon uso del punto e virgola – Passionetecnologica.it

La grammatica italiana è tanto affascinante quanto complicata da imparare, soprattutto se si deve studiare come seconda lingua. Gli stranieri, infatti, quando si cimentano nello studio dell’italiano devono sudare sette camicie per via delle regole da rispettare.

Negli ultimi anni il segno di interpunzione rappresentato dal punto e dalla virgola risulterebbe quello utilizzato sempre meno per la sua funzione alquanto ambigua e poco chiara.

Tante sono le discipline che si occupano dello studio della lingua italiana e ognuna si occupa di un aspetto ben preciso. Tra questi c’è l’ortografia, ovvero: l’insieme delle convenzioni che governano la scrittura della lingua per quanto riguarda i fonemi (detti anche grafemi) e i segni paragrafematici (accenti grafici, apostrofi, uso della maiuscola, la divisione delle parole). Anche la punteggiatura è considerata parte dell’ortografia.

La punteggiatura include una serie di segni che servono a separare o evidenziare parole, sintagmi e frasi. Purtroppo non tutti sanno come utilizzare il punto e virgola che sta andando scomparendo sempre più. Ecco dei concetti chiari per garantirne il buon uso.

Regole essenziali ed esempi per il buon uso

Il punto e virgola non è utilizzato, soprattutto nelle chat degli smartphone. Serve a porre fine a un concetto minore espresso da una frase per poi ricollegarsi al senso generale del discorso. Indica una pausa breve e si usa: negli elenchi di parole, nelle frasi che aggiungono qualcosa da discorso (ma non sono fondamentali) e per separarle. Se dopo il punto si usa la maiuscola, dopo il punto e virgola bisogna utilizzare la minuscola.

Il libro Il nuovo salvalingua di Valeria della valle e Giuseppe Patota riporta tanti esempi concreti per il buon uso. Eccone uno:

“Non vorrei giocare a carte oggi, perché mi sono alzato piuttosto presto e fare tardi non sarebbe il caso; vedere la TV, invece, mi rilasserebbe di più: non avercela con me, ma sono proprio stanco”. Il punto e virgola non fa altro che separare due “blocchi”: nella prima il soggetto spiega che è stanco per giocare a carte. Nel secondo poi fa una controproposta.

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Il punto e virgola – Passionetecnologica.it

Un tuffo nel passato

I primi segni, come il punto e virgola, sono comparsi su testi che risalgono all’Antica Grecia e ripresi poi dai Romani che introdussero la virgola. Nel periodo medievale gli amanuensi ne fecero ampio uso e idearono nuovi segni come il punto esclamativo che deriva dal latino io (“evviva”).  Collocato alla fine delle frasi interrogative, fu modificata e così si ideò quello che noi usiamo come punto interrogativo.