E’ una notizia alquanto felice quella di cui si sta parlando tantissimo in questi giorni, avvenuta grazie alla decisione dell’Antitrust.
Ebbene sì, i cittadini possono essere contenti di ciò che è accaduto. E’ qualcosa che ha come protagonisti principali le bollette e gli aumenti smodati avvenuti tramite rimodulazioni unilaterali dei contratti. In realtà, non ci sarebbe nulla di male in una rimodulazione del genere se i cittadini vengono informati per tempo.
L’abbiamo visto con quelle delle tariffe telefoniche. Anche l’Unione Europea le ha dichiarate legittime e gli utenti non hanno potuto farci nulla. Dovete sapere, però, che gli aumenti in bolletta sono arrivati in un momento in cui non potevano essere messi in atto. Parliamo dello scorso anno, periodo in cui vigeva il Decreto Aiuti-bis.
Come ben ricordate, in quel periodo c’era quella che venne chiamata crisi dei pressi dell’energia. E, per tale motivo, il decreto in questione interveniva a favore dei cittadini vietando ulteriori rincari. Ed è arrivata una multa salatissima ai fornitori di energia elettrica. Si parla di 15 milioni di euro ripartiti tra sei provider.
Parliamo di Enel, Eni, Acea, Edison, Iberdrola e Dolomiti. Ad avere la peggio, però, è stata Enel che ha ricevuto una sanzione di ben 10 milioni di euro. Una volta che l’Agcm sanziona una società, tale somma viene riscossa dall’Agenzia delle Entrate che mette in campo delle misure di sostegno ai cittadini. Ma la notizia di cui abbiamo dato cenno in precedenza ha dell’incredibile.
Bollette impazzite: aziende sanzionate ed utenti rimborsati.
Ebbene sì, gli utenti potranno chiedere ed ottenere il rimborso per le bollette pagate proprio in quel periodo e per cui le aziende fornitrici di energia elettrica e di gas sono state ampiamente sanzionate dall’Agcom. Quindi, adesso, sarà lo Stato a riscuotere le sanzioni comminate dall’Antitrust in queste ultimissime ore.
E, come abbiamo già accennato in precedenza, questi soldi verranno utilizzati, in parte per mettere in atto delle azioni in aiuto dei cittadini. In pratica, questi ultimi non saranno rimborsati. In realtà, però, potranno fare un reclamo al proprio fornitore di servizi. La risposta deve arrivare entro 40 giorni, altrimenti il cittadino può avviare la procedure di conciliazione di ARERA.
E’ totalmente gratuita e durante tale procedura, un conciliatore cerca di risolvere il contenzioso tra il cittadino ed il suo fornitore di servizi. Dovete sapere che avviene online e la procedura deve durare al massimo 90 giorni. Certo, si può decidere di prorogarla per altri 30 giorni. Ecco come è possibile chiedere il rimborso!