Fuggi fuggi dall’operatore telefonico TIM: sono veramente tanti coloro che stanno scegliendo di cambiare gestore per il proprio cellulare e telefono personale. Scopriamo insieme il perchè.
La TIM, all’interno del panorama telefonico italiano, è molto nota: è considerata tra i gestori con le reti più veloci in assoluto, una ‘scheggia’ utilissima per chi, per lavoro, utilizza la rete Internet. Programmatori, streamer, giornalisti, blogger, youtuber e così via. Inoltre, tra coloro che sono particolarmente abbienti, la TIM è molto gettonata perchè, al netto dei costi alti, offre una capacità di giga e un servizio spesso ritenuto imbattibile, davvero vasto. Ebbene, tutto ciò potrebbe cambiare a breve.
In linea con l’inflazione galoppante nel paese, anche la TIM si sta adeguando, con una serie di massicci rincari, di varia natura. Simili aumenti sono avvenuti già nel caso della Vodafone e WindTre; non deve sorprendere che vi rientri anche la TIM. Il gestore infatti si prepara ad aumentare le proprie tariffe, a partire da quelle mensili. Va da sé che ciò non avverrà prima di una preventiva comunicazione al cliente responsabile.
Questi rialzi si stanno verificando un po’ dappertutto; e se non sono un problema nei paesi europei e negli Stati Uniti dove le paghe, già alte, stanno adeguandosi all’inflazione, in Italia il bassissimo costo del lavoro si sta ripercuotendo su pensionati e famiglie, in difficoltà persino con servizi basilari quali la rete Internet e il telefono. Anche questi piccoli aumenti, insomma, pongono in difficoltà gli utenti.
Quali aumenti con TIM? Il trauma dei prezzi
Andando al dunque, l’aumento si verificherà dal primo dicembre 2023 e coinvolgerà tutti i clienti della TIM. L’operatore, a propria volta, offrirà alcuni giga compensativi a fronte dell’aumento imposto dei prezzi.
Finora abbiamo a disposizione solo pure indiscrezioni, ma dalle prime voci il cambio di prezzo dovrebbe oscillare tra 2 euro e 5,50 in più ogni mese; un significativo salasso, specie considerando come la TIM non fosse neppure prima particolarmente economica.
Naturalmente, come sempre in questi casi, vi è il diritto di recesso, esercitabile fino a 30 giorni dall’avviso. In questo caso se le rimodulazioni avverranno dal 1 dicembre 2023 il recesso non sarà più possibile dal 1 gennaio 2024 in poi. Il recesso può avvenire o tramite PEC, o direttamente nel negozio o ancora contattando l’assistenza clienti.