I presunti trucchi per manomettere il contatore sono tanti e tutti inefficaci. Vediamo insieme alcuni (criminali) casi.
Dapprima fu la pandemia COVID-19, poi la crisi connessa alle materie prime; successivamente, man mano che l’economia tornava a ‘ingranare’, giunse l’inflazione col caro prezzi dapprima applicato alla benzina, poi agli alimenti e infine, man mano che l’inflazione diveniva galoppante, all’intero prezziario. E cosa commentare a proposito del caro energia? I prezzi senza controllo di gas ed elettricità hanno pesantemente inciso sui bilanci delle famiglie. Naturale, a fronte di tutto ciò, che si ricerchi una tecnica per risparmiare.
Meno naturale, oltre che pericoloso, ‘manomettere’ invece il contatore dell’energia. Si tratta di rimedi che, oltre ad essere severamente puniti dalla legge, sono spesso comicamente inefficaci, frutto di leggende metropolitane e dicerie che si trasmettono di bocca in bocca. Quali sono? E’ bene conoscerle onde evitare di cadere in facili – oltre che illegali – inganni.
Il primo caso che viene solitamente citato era quello della calamita posizionata sul contatore; la lancetta veniva rallentata dal potente magnete e la bolletta diminuiva. Un metodo funzionante, un tempo, solo sui contatori meccanici, vecchi e antiquati; oggigiorno non sono più in funzione.
Il secondo caso consiste nel manomettere il contatore; lo si apre, vengono fusi con fiamma ossidrica i contatti che registrano gli assorbimenti e di conseguenza le variazioni vengono azzerate. Però si tratta di un metodo, oltre che difficile, facile da scoprire; basta aprire il contatore, verificare che i sigilli sono stati infranti e letteralmente vedere i fusibili fusi dalla fiamma.
Il terzo caso – e di gran lunga il più pericoloso – prevede di allacciarsi direttamente alla rete, bypassando completamente il misuratore che rileva i consumi. Onde non essere scoperti molti piccoli imprenditori che compiono quest’atto illegale per i propri locali – pizzerie, panetterie e via dicendo – agganciano i circuiti minori al misuratore, onde dare l’impressione che qualche consumo vi sia comunque.
Quando la truffa si complica, il caso del furto di identità
Naturalmente un’altra manomissione possibile è quando entra in gioco il fattore umano. Un caso paradigmatico è quanto avvenuto a Pedaso, dove una donna di trent’anni è stata scoperta ad utilizzare l’identità di un’altra persona per allacciarsi alla rete elettrica, consapevole di commettere un furto di dati alquanto grave. Le investigazioni delle forze dell’ordine hanno scoperto che la donna aveva compiuto una voltura utilizzando i dati di un’altra, del tutto sconosciuta, persona.
In questo modo la falsaria utilizzava energia elettrica altrui, sottraendo illegalmente energia. Le spese risultavano tutte a carico della povera vittima.
Una contraffazione astuta, scoperta però proprio dal gestore del servizio di energia elettrica in questione; il personale infatti non si capacitava della spesa soggiunta. Era seguita poi denuncia; non solo per truffa, quanto per sostituzione di persona.