App, finalmente possiamo dirgli addio: non la vedremo più

Un cellulare con le app aperte, fonte pexels

Non è più disponibile una delle app più controverse mai emesse da uno stato, nel caso in questione il governo italiano. Di quale si tratta? Scopriamolo insieme. 

C’era una volta il Coronavirus e c’era una volta una pandemia che metteva in ginocchio il globo. E c’erano le misure anti pandemiche: il distanziamento, le mascherine, i controlli a tappeto, i vaccini anti Covid, il Green Pass. Un mondo diverso che oggigiorno sembra un sogno lontano.

Faceva parte di quel mondo, di quell’incubo sanitario-politico del 2020-23, anche un’app assai particolare, chiamata ‘Immuni’. Molti italiani la scaricarono sui propri cellulari, con la speranza di essere notificati se erano entrati in contatto con un ‘infetto’. Molti altri preferirono lasciar perdere e anzi non la scaricarono temendo le misure della quarantena e le connesse difficoltà ad avere un (liberatorio) Green Pass.

‘Immuni’ era stata sviluppata da Begin Spoons, del Ministero della Salute, con l’obiettivo di ricostruire, ogni volta, la filiera dei contatti del Covid-19, comprendendo così dove si era originata la malattia. L’app però non funzionava un granché bene, essendo stata per altro programmata con grande celerità.

Nata il 1 giugno 2020, dapprima sperimentata in quattro Regioni dell’Italia, rispettivamente Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia, ‘Immuni’ iniziò a essere utilizzata il 15 giugno in tutta Italia. Scaricata nei primi sei mesi da 10 milioni di italiani, ‘Immuni’ non conobbe però quella diffusione di massa preventivata dal governo, anzi. Alla fine la scaricarono appena un quarto della popolazione italiana; un dato assolutamente insufficiente a garantire un’adeguata copertura immunologica.

Tutti i problemi di ‘Immuni’, un’app nata morta

Non è un caso che, non appena la pandemia si dileguò, l’app ‘Immuni’ venne subito dismessa. L’app infatti non è più operativa dallo scorso 31 dicembre 2022, quando lo stato ha scelto di chiudere definitivamente i battenti sulla sperimentazione. Addio tamponi, addio tracciamento e addio ‘Immuni’; nonostante tutt’oggi il Covid continui a circolare e a infettare, formalmente la pandemia è terminata.

L’app Immuni, dal sito del Ministero della Salute

Se dovessimo paragone quest’app a un formaggio, sarebbe senza dubbio un groviera: ‘Immuni’ infatti era piena di bug, aveva per l’appunto più buchi di un formaggio. Davvero tante le carenze nella programmazione, connesse alla scelta di usare il Bluetooth. Spesso infatti lo smartphone con Immuni non rilevava il contatto o dava una falsa rilevazione; inoltre entrambi gli smartphone dovevano avere ‘Immuni’, altrimenti il tracciamento subito ‘saltava’. Problematico anche come ‘Immuni’ spesso non funzionasse in presenza di ostacoli fisici, quali muri, auto & co.

Un’app davvero con gravi problemi, insomma. D’altronde anche sotto il profilo della sicurezza la situazione non era migliore; vi erano forti carenze, una situazione, da parte del governo, poco chiara e la stessa disponibilità online del codice sorgente non aveva convinto gli agguerriti scettici, no vax in testa.