Intesa San Paolo, addio al servizio: non potrai più pagare così

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Il grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino. passionetecnologica

Arriva la comunicazione di Intesa San Paolo che mette fine ad un metodo di pagamento segnando, così, la fine di un’epoca.

Tempo di rivoluzione per il gruppo Intesa Sanpaolo, nato nel 2007 dalla fusione di Banca Intesa e Sanpaolo IMI, due gruppi importantissimi nel panorama bancario italiano.

Intesa Sanpaolo, oggi, rappresenta il maggiore gruppo bancario italiano, al 31 dicembre 2019, il Gruppo presenta un totale attivo di 816.012 milioni di euro, crediti verso clientela per 395.229 milioni di euro, raccolta diretta bancaria di 425.512 milioni di euro e una raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche di 165.838 milioni di euro.

Solo in Italia il gruppo può vantare oltre 13,5 milioni di clienti e 4.700 filiali aperte sul territorio. Anche all’estero riesce a farsi valere con circa 1.000 sportelli e 7,2 milioni di clienti ed in più ci sono diverse controllate in Centro-Est Europa e nel Medio Oriente e Nord Africa grazie alle proprie controllate locali.

La banca Torinese, così come le altre, negli ultimi anni sta puntando forte sull’e-banking rafforzando tutti quelli che sono i servizi online della banca multicanale. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fenomeno della “desertificazione bancaria” ossia quel fenomeno per cui sta diminuendo progressivamente il numero delle filiali in tutte le Regioni. Si rileva che in Italia, ci sono circa 4900 comuni non coperti da sportelli bancomat.

Intesa Sanpaolo ritirato metodo di pagamento

Intesa continua a stupire come laboratorio di Innovazione, di recente le assicurazioni del gruppo hanno sperimentato per i propri dipendenti la settimana lavorativa di 4 giorni con risultati sorprendentemente positivi. Considerati in termini settimanali, la riduzione dell’orario non ha prodotto una riduzione dei risultati, come si attendevano i più pessimisti.

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Intesa Sanpaolo elimina gli assegni. passionetecnologica

Ma Intesa Sanpaolo non si è fermata qui ed ha annunciato l’importante decisione di mandare definitivamente in pensione gli assegni, cioè quel metodo di pagamento sostitutivo del contante con il quale il titolare del conto corrente ordina alla propria banca (trattario) di versare una determinata somma di denaro a favore di un’altra persona La posizione del gruppo segna, oramai, una svolta epocale poiché gli assegni hanno sorretto l’economia italiana degli anni ‘60, in particolare quelli post datati che rappresentavano una sorta di credito. Ora l’invito è quello di restituire i libretti presso la propria filiale.

Spazio dunque ai bonifici elettronici e agli altri strumenti dell’e-banking, una scelta che appare sensata, visto che, i più giovani sembrano non conoscere neanche gli assegni e preferiscono effettuare tutte le proprie operazioni su internet. Una scelta più sicura, con la possibilità di verificare immediatamente il trasferimento di denaro ma, soprattutto, senza la paura di ritrovarsi tra le mani un assegno scoperto.