Truffe sul web, per difenderti devi fare così: con un semplice accorgimento puoi navigare in sicurezza

Nel corso dell’ultimo decennio, circa, internet si è diffusa ancor più di quanto non avesse fatto durante i primi anni 2000, con una diffusione veramente capillare favorita anche dalla creazione di tutti i vari social network (Facebook, Instagram, Tik Tok e via dicendo), e degli smartphone, che ne hanno aumentato ancor di più l’utilizzo. 

Purtroppo come ogni cosa, anche l’internet nasconde un lato cattivo della medaglia, rappresentato in questo caso dalle truffe a cui possono eventualmente andare incontro gli utenti che lo utilizzano quotidianamente, e che magari sono meno smaliziati degli utenti esperti.

I tentativi di truffa ai danni del malcapitato di turno, come ben sappiamo ormai da anni, avvengono tramite le più disparate modalità, quali ad esempio la ricezione di un SMS (o, eventualmente, di una mail) contenente link che rimandi a siti dannosi, che possono rubare dati sensibili e quindi creare danno al consumatore finale. 

Secondo un’analisi recente, circa il 73% degli utenti presenti su internet non è a conoscenza del fatto che, dietro un (apparente) innocente SMS o una mail potrebbe svelarsi un tentativo di truffa da parte di malintenzionati, e quindi capita spesso e volentieri che essi ci caschino.

Nel corso degli ultimi anni, poi, gli hacker e i cybercriminali in generale sono riusciti a limare i metodi che utilizzano per la creazione di questa tipologia di truffe, che rimandano come abbiamo detto a link di siti potenzialmente dannosi per l’utente finale.

I metodi

Spesso è proprio il linguaggio utilizzato all’interno di queste comunicazioni via SMS o mail a far da padrone, che riesce ad essere “vincente” e a farsi beffa del povero malcapitato di turno, che viene convinto spesso con belle parole. Questa metodica in particolare sarebbe stata definita da un recente studio, “Fradulese: The Language of Fraud” (ovvero il linguaggio della truffa, in italiano), ad opera di Visa in collaborazione con Wakefield Research.

Si tratta nella fattispecie di uno studio condotto nel Regno Unito, che ha coinvolto in particolare diverse nazionalità, per andare a studiare nello specifico le parole o i modi di dire che vengono più frequentemente adottati da questi cybertruffatori per estrapolare dati sensibili ai poveri malcapitati di turno, e riuscire conseguentemente nel loro interno di truffarli.

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Da questo studio è emerso che le parole più in voga in questo caso siano “omaggio”, “offerta esclusiva”, “vincita”, sempre parole che rimandano comunque a una potenziale vittoria da parte del povero malcapitato di turno, che si sente quindi legittimato ad aprire il link dannoso contenuto all’interno del messaggio. Il nostro consiglio è di verificare sempre la veridicità dei messaggi, constatando ad esempio che sia il logo autentico dell’azienda in questione.