Fossile, l’ultimo trovato cambia tutto: la nostra evoluzione messa in discussione

La scoperta di questo fossile lascia a bocca aperta tutta la comunità scientifica. Cambia la nostra concezione di come si sia evoluto il cervello.

Spesso nella comunità scientifica gli scienziati si smentiscono a vicenda, confutando nuove teorie e contrabattendo vecchie ipotesi. Basta davvero poco per cambiare la concezione comune su fenomeni e oggetti di studio di cui si pensava di sapere tutto.

Questa volta è un piccolo animaletto preistorico a lasciare a bocca aperta gli scienziati di tutto il mondo. Stiamo parlando della scoperta del fossile di un Cardiodictyon catenulum, appartenete al gruppo dei lobopodi, è un essere vermiforme che viveva nei fondali marini durante il Cambriano.

La scoperta di questo fossile mostra come il sistema nervoso degli invertebrati si sia evoluto fino ad arrivare a sistemi più complessi come il nostro cervello. Ciò ha rivoluzionando la nostra concezione sull’evoluzione del cervello, aprendo un accesso dibattito e tante nuove domande.

Il primo cervello della storia

Il team di ricercatori guidato da Nicholas Strausfeld, docente del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università dell’Arizona, ha deciso di riesumare alcuni reperti risalenti al 1984. L’intento dei ricercatori era di studiare il sistema nervoso di organismi invertebrati ormai estinti, in particolare, provenienti dalla provincia meridionale cinese dello Yunnan.

Tra le rocce provenienti dallo Yunnan era conservato il Cardiodictyon catenulum, una sorta di verme di appena 1,5 centimetri. Le condizioni del fossile sono in ottimi condizioni, permettendo di studiare il sistema nervoso del verme ancora perfettamente integro. Analizzando il fossile si è scoperto di qualcosa che nessuno si aspettava, il sistema nervoso culminava in un piccolo cervello davvero straordinario. I ricercatori si sono ritrovati difronte il più antico cervello fossilizzato mai visto.

Il Cardiodictyon catenulum appartiene a un gruppo estinto di animali, lobopodi corazzati, prosperi all’inizio del periodo Cambriano e si muovevano sul fondo del mare. Fino ad ora si pensava che il loro sistema nervoso fosse semplice come quello degli altri invertebrati, invece è molto più complesso e vicino al nostro.

Il cervello ritrovato nel fossile lascia intendere che avessero un tronco segmentato con diverse strutture neurali (note come gangli) coordinate da un sistema nervoso corrispondente al cervello. la scoperta risponde a un lungo dibattito sulla composizione della testa negli artropodi e domande su come si comportavano.

La scoperta ha cambiato la nostra concezione sull’evoluzione del cervello durante la storia della vita. Secondo Strausfeld e il suo team di ricerca, il cervello del Cardiodictyon è la prova di una “direzione comune delle specie” nell’evoluzione cerebrale dal Cambriano a oggi. Nello studio di ricerca viene riportato il confronto del cervello del Cardiodictyon con quelli di fossili conosciuti e di artropodi viventi, inclusi ragni e millepiedi. Combinando gli studi anatomici hanno rilevato moltissime somiglianze.