Saluta i riscaldamenti, con questo dispositivo puoi smontare i termosifoni: il gas non sarà più un problema

Uomo seduto sul puff si riscalda grazie alla stufa alla stufa a pellet

Le bollette del gas sono diventate insostenibili? Esiste un alternativa più economica rispetto al tradizionale sistema di riscaldamento di casa.

L’inverno è alle porte e l’aumento dei rincari dei prezzi del gas non fa ben sperare le famiglie italiane. Molti dovranno stringere i denti per pagare le bollette che diventano sempre più salate.

Esiste un alternativa più economica a nostri riscaldamenti a gas di casa. Le stufette a pellet sono un ottimo alleato contro la gelida stagione in arrivo.

Bisogna comunque sottolineare che anche il prezzo delle biomasse è aumentato. Il prezzo è salito anche del 300%. Dato però il prezzo del gas che continuerà a salire, la stufa a pellet resterà il modo più economico per riscaldare gli ambienti della nostra casa. Ecco allora quando può convenire davvero acquistarne una, quanto consuma e quanto è possibile risparmiare.

Cosa sapere prima di prendere una stufa a pellet

Come detto precedentemente anche il prezzo delle biomasse è salito e le ragioni sono molteplici. La prima è che la maggior parte della legna utilizzata per produrre il pellet proviene proprio da Russia, Bielorussia, Ucraina e in generale i paesi dell’est. La seconda è che questi ultimi hanno deciso di ridurre le esportazioni proprio per riuscire a rispondere al fabbisogno nazionale. Anche l’export dalla Germania, l’Austria e i Paesi Baltici subirà notevoli contrazioni.

Nonostante ciò rimane comunque la soluzione più economica rispetto al gas, perché il prezzo continuerà a salire a causa della guerra e dell’incapacità della UE di far fronte comune contro la speculazione.

tronco di legno con affianco mucchietto di pellet con in sfondo stufa a pellet accesa

Prima di analizzare la convenienza e l’eventuale risparmio di una stufa a pellet occorre dare prima qualche indicazione generale.

Negli ultimi tempi c’è stata una grande diffusione di questa tipologia di impianti di riscaldamento proprio perché possono essere installati nell’ambito di interventi più ampi di efficientamento energetico.

Inoltre, la scelta per una stufa a pellet, rispetto a una semplice in legna, è spesso legata anche alla possibilità di installare una canna fumaria adeguata. Per quanto riguarda l’emissione di fumi, la stufa a pellet necessita di un tubo appena di 100 mm di diametro.

Bisogna comunque dire che questa tipologia di impianti di riscaldamento necessitano di continuo rifornimento, perché il pellet brucia più rapidamente rispetto alla legna comune.

Consumo giornaliero

Calcolare il consumo giornaliero del pellet non è semplice, perché i fattori sono molteplici. Il primo elemento da considerare è che ovviamente il consumo quotidiano di pellet è connesso alla quantità di ore che la stufa resta accesa ed alimentata.

Una stufa a pellet con potenza termica pari a 10 chilowattora termici in una giornata particolarmente fredda, in cui è necessario tenerla accesa almeno per 12 ore. I consumi si aggirano intorno ai 2/2,5 chili per ogni ora di utilizzo, dunque circa 25/30 chili per l’intera giornata.

La convenienza di una stufa a pellet è dettata molto dalla tipologia di utilizzazione, quante ore resta accesa e quanti ambienti e di che grandezza deve riscaldare.

La qualità fa la differenza

Per comprendere se una stufa a pallet può essere conveniente per le nostre esigenze di casa, bisogna prima analizzare la qualità del pellet. Quanto più è elevata, tanto più dura in combustione (dunque ne occorre di meno), tanto più costa.

La migliore qualità di pellet in commercio è quella di classe A1, ha la massima durata in combustione e produce meno ceneri in assoluto. Acquistare un pellet di alta qualità significa spendere di più rispetto a un pellet di classe A2 o inferiore.

Dunque, anche in questo caso il suggerimento è valutare con attenzione le nostre necessità domestiche.