Marte, la sonda fotografa una chela di granchio e una pinna di squalo I La Nasa confessa subito

Una raffigurazione immaginaria di un rover su Marte – Passione Tecnologica

Scoperta tanto incredibile quanto surreale da parte del piccolo, ma persistente rover Perseverance sul ‘pianeta rosso’. Le immagini sono difficili da credere, non sembra vero.

Il piccolo rover della NASA ha rimandato sulla terra due immagini stranamente familiari; ricordano rispettivamente la pinna di uno squalo e la chela di un granchio.
Ma, qual è naturale essendo il pianeta Marte, ciò non è certo possibile. Che cos’è successo, allora?

Si tratta, ad uno primo sguardo, di rocce dalla forma peculiare. Il piccolo rover le ha scoperte lo scorso 18 agosto 2023, come riportato da Live Science. Ricordiamo che Perseverance ha effettuato con successo un atterraggio su Marte lo scorso 18 febbraio 2021 e da allora ha continuato a ricercare, all’interno del cratere Jezero, segni di vita passata e futura.

L’incredibile somiglianza delle pietre in questione, così simili, così identiche rispettivamente alla pinna di un pesce e alla chela di un granchio, rappresentano un classico esempio di pareidolia. Si tratta di un fenomeno che si verifica quando gli umani percepiscono un’immagine specifica o dal particolare significato da un oggetto. Un classico esempio è ricavare una forma umana da una nuvola o riconoscere la forma di un animale dalle stelle; si tratta, in quest’esempio, delle costellazioni.

Le rocce in questione sono, ad uno sguardo attento, proprio quanto immaginiamo essere; solo sassi, rocce, pietre senza valore. Un simile fenomeno era avvenuto qualche anno fa, quando la NASA aveva pubblicato l’immagine di quanto appariva essere una faccia con occhi, naso e bocca. Molti ufologi e complottisti non avevano risparmiato ipotesi molto fantasiose.

Che cosa sono le due rocce fotografate dal rover Perseverance? La banale verità

Ma dopotutto la colpa era della NASA stessa che aveva pubblicato l’immagine sui Social, chiedendo agli utenti cosa le ricordassero loro. Un ‘esperimento’ di grande successo, forse eccessivo. La maggior parte aveva risposto individuando nelle rocce in questione un granchio preistorico di qualche genere.

La superficie del pianeta rosso – Passione Tecnologica

Altri utenti, più fantasiosi, avevano avanzato ipotesi decisamente più stravaganti: c’era chi li aveva definiti quali resti di una divinità ancestrale, di stampo lovecraftiano; chi placche di uno Stegosauro, di un dinosauro spaziale; chi un delfino mummificato.

Altri, decisamente più prosaici o con meno fantasia, li avevano definiti come dei chicchi di caffè o del caffè pronto all’uso, niente più che grani nella sabbia. Persone dalla scarsa fantasia o portate a interpretazioni terrene, senza eccessivi slanci dell’immaginario.