Stampanti laser, da parte di Epson arriva l’addio: la decisione a sorpresa per un mondo più green

Un altra mossa di Greenwashing? Espon chiudere i battenti alle stampanti laser, la scelta della società per aiutare l’ambiente dice addio a uno dei suoi mercanti più floridi, o almeno si crede sia cosi.

Recentemente Espon ha dichiarato che si ritira dal mercato delle stampanti laser. La società giapponese non è impazzita, ma si è presa le proprie responsabilità sul grande impatto ambientale che comporta la produzione di dispositivi di questo genere.

In questi tempi dove le attività umane danneggiano l’ambiente, l’azione intrapresa dalla multinazionale gli fa grande onore. Infatti le stampanti laser, nonostante le loro alte prestazioni, hanno un grandissimo impatto ambientale. Durante la stampa, il dispositivo emette particelle ultrasottili nocive e così l’aria si riempie di sostanze volatili tossiche.

Quindi Epson ha deciso che non venderà più stampanti laser in tutto il mondo entro il 2026 come atto di responsabilità, e concentrerà tutte le risorse nelle inkjet a freddo con testina piezoelettrica (tecnologia su cui Epson investe da anni).

Stampanti pericolose non solo per l’ambiente, la nostra salute a rischio?

Le stampanti laser di larghissimo uso in uffici e aziende, assicura bassi costi uniti a precisione e velocità, sia del processo in sé che in termini di attesa post stampa: con le stampanti inkjet c’è bisogno che l’inchiostro si asciughi, le stampe al laser sono subito pronte. Però, inquinano abbastanza di più rispetto alle omologhe a getto di inchiostro.

Una ricerca scientifica australiana, pubblicata sulla rivista dell’American Chemical Society, ha messo in ansia impiegati e tecnici di queste macchine. Attenzione lavorare accanto a una stampante (o fotocopiatrice) in funzione equivale a inalare fumi di sigaretta o a respirare gas di scarico di ingorgo stradale. Non solo per l’ambiente è dannoso, ma anche per la nostra salute.

Su 62 macchine laser testate, 17 sono risultate dei veri e propri veleni per l’ambiente, 6 invece hanno un potere inquinante limitato, due emettono poche particelle, mentre 37 sono quasi “ecologiche”. Un dato confortante, il 60% delle stampanti rispetta i parametri di Kyoto, ma cosa dire di quel 27% altamente tossico? Secondo Lidia Morawska, la ricercatrice che ha guidato la ricerca, tutto dipende dalla qualità di toner e cartucce.

Espon mette fine alla produzione di queste stampanti cosi dannose per l’ambiente e per la nostra salute. “Facciamo un atto di gentilezza verso l’ambiente. La decisione di abbandonare il mercato delle stampanti laser è coerente con le nostre scelte, che non possono essere legate solo a interessi commerciali, guardiamo all’innovazione sostenibile. La nostra attività sarà totalmente incentrata sulla tecnologia inkjet a freddo con testina piezoelettrica, di cui siamo proprietari. Saremo così in grado di fornire soluzioni di stampa efficienti e sostenibili ai partner e alle aziende”, dichiara l’AD di Epson Italia, Massimo Pizzocri.

La decisione di Epson rafforza un trend che era già evidente nei numeri di chi analizza il mercato. Come IDC, che segnala come il settore delle stampanti laser stia perdendo terreno nei confronti delle inkjet. In Europa occidentale si prevede nei prossimi anni un tasso di crescita annuale di queste ultime del 5,1%, mentre le prime caleranno dello 0,4%. Di Epson capita di parlar spesso per via dei proiettori, ma il segnale forte che ha appena inviato è destinato a far discutere e almeno parte della concorrenza, immaginiamo, è destinata a fare altrettanto.